Una mano a famiglie e fasce deboli della popolazione, attraverso misure straordinarie ed un lavoro di concertazione e confronto col Terzo Settore.
A lanciare la proposta è l’assessore regionale al welfare Gianluca Gallo. «L’emergenza sanitaria scatenata dall’avanzata della Covid 19 – dice l’assessore Gallo – ha aggravato le situazioni di precarietà e criticità preesistenti, aprendo nuovi fronti sui quali è necessario intervenire per arginare l’incedere della povertà e dello stato di bisogno. Nessuno, da solo, può farcela. Per questo quanto prima avvieremo un confronto con il Terzo Settore, con particolare riguardo alle associazioni di volontariato, alle cooperative sociali, alle associazioni di promozione sociale lle strutture socioassistenziali ed a tutti gli enti attivi in questo ambito». Unico l’obiettivo: definire insieme possibili strategie di intervento. «Le risorse finanziarie a disposizione della Regione nel campo del welfare, storicamente limitate rispetto alle tante esigenze da soddisfare», sottolinea Gallo, «non sono state implementate dal Governo, col decreto Cura Italia, in maniera adeguata rispetto alle risposte che la crisi presente, diffusa e pervasiva, rende invece necessaria.
Occorre perciò sollecitare il Governo a fare di più, ma anche verificare la fattibilità di percorsi alternativi, quali ad esempio il disimpegno ed un diverso utilizzo di almeno parte dei fondi strutturali europei, per poter contare così con urgenza sui fondi che servono per far fronte alle mille necessità
Aggiunge Gallo: «In questo cammino, accidentato ma inevitabile, intendiamo avere come compagni di viaggio i soggetti da sempre in prima fila sul fronte dell’assistenza e dell’accompagnamento in favore di famiglie, bambini, anziani, persone con disabilità. Confidiamo che anche dalla rete dei centri servizi al volontariato possa venire un contributo determinante. Nelle prossime ore, pur dovendo fare di conto con l’emergenza sanitaria, faremo in modo di aprire canali di dialogo e favorire modalità di confronto capaci di portare senza indugio alla definizione di percorsi unitari ed a misure idonee, nell’interesse della Calabria e dei calabresi».