«Ad Antonietta Rizzo è sfuggito che Domenico Pallaria è stato nominato Commissario straordinario con Dpcm 09.10.2015 e Dpcm 14.12.2015, per gli interventi da eseguirsi nei Comuni di Castrovillari, Crotone e Montebello Ionico, che sono tre dei cinque interventi su impianti già condannati in sede UE (condanne della Corte di Giustizia del 19 luglio 2012 nella causa C-565/10 e del 10 aprile 2014 nella causa C-85/13), gli altri due interessano i comuni di Acri e Reggio Calabria».
Non tarda ad arrivare la replica dei deputati M5s Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito all’assessore all’Ambiente della Regione Calabria. «Proprio per l’assenza di una programmazione dei lavori necessari per uscire dalla procedura d’infrazione, dopo due anni d’inerzia a Pallaria è dovuto subentrare il commissario governativo Enrico Rolle (nominato con Dpcm 26 aprile 2017), che ha assunto direttamente la gestione dei lavori portando quasi a completamento (consegna dei lavori programmata per fine 2018) gli interventi nel comune di Crotone».
«Restano in alto mare – continuano i parlamentari 5stelle – gli interventi negli altri comuni, compresi quelli, sono otto (Bagnara Calabra, Mesoraca, Motta San Giovanni, Cosenza/Rende, Rossano/Corigliano, Sellia Marina, Siderno, Satriano/Soverato), sui quali il commissario governativo ha solo compiti di coordinamento, essendo, per questi ultimi, già in fase d’appalto i lavori relativi. Anche all’assessore Rizzo non potrà sfuggire che esistono comuni calabresi che, pur insigniti della “bandiera blu”, continuano a essere in procedura d’infrazione a seguito di condanna per depuratori non a norma».
«Come sono stati utilizzati – si chiedono i 5stelle – i 15,7 milioni di euro del Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione, delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani ricadenti nei comuni costieri della Regione Calabria” stanziati nel 2015 e nel 2016 se, nel 2018, i risultati sono ancora questi? Non senza dimenticare che, allo stato, è in attesa di sentenza, di probabile condanna, un’altra procedura d’infrazione che riguarda 128 comuni, mentre alla Regione è già stata notificata la procedura di pre-infrazione per ulteriori 30 comuni».
«Vorremmo quindi chiedere all’assessore Rizzo – incalzano i parlamentari M5s – di fornire anche i dati relativi ai milioni di euro che i calabresi hanno sborsato (e continuano a sborsare) per il pagamento delle multe comunitarie, per i danni alle infrastrutture turistiche e per quelli all’ambiente. Per non parlare dei danni all’immagine della Calabria. Venendo, poi, alle attività gestorie, svolte direttamente o indirettamente dai comuni ma in regime di convenzione con la Regione, abbiamo avuto modo di apprendere dal commissario governativo, come egli sia dovuto intervenire per far cessare la diffusa pratica (assentita dalla Regione) di ricorso alle procedure di project financing, nonostante l’Anac e la giurisprudenza abbiano qualificato tale strumento come “contratto di gestione mascherato” in elusione delle norme del codice degli appalti. Per non parlare degli indicibili ritardi che il Dipartimento Ambiente della Regione frappone alle richieste del Commissario governativo di rilascio delle Via (Valutazione d’Impatto Ambientale). E anche quando, a norma di legge, la via non è necessaria per impianti già esistenti, il rilascio della certificazione di “esclusione della Via” viene talmente appesantita con richieste di documenti inutili e superflui, da rendere paradossalmente più “spedita” la stessa procedura di rilascio». «Ben vengano – concludono Parentela e D’Ippolito – altri 200 milioni di finanziamento, deliberati dopo 8 anni dall’avvio della prima procedura d’infrazione, ma molti dei problemi di mala depurazione derivano più da una mala gestione (sulla quale la Regione ha il dovere di vigilare e intervenire), che da inefficienza di sistemi e opere, laddove esse esistano. Come sempre, non è (solo) un problema di soldi, ma, piuttosto, di uomini».