Nella maggior parte dei 404 comuni calabresi si celebra, spesso lontano dai riflettori mediatici ed anche purtroppo senza la necessaria consapevolezza da parte delle istituzioni a tutti i livelli, un evento della tradizione più autentica, ereditato in molti casi da diversi secoli.
Dall’entroterra alla costa ed in tutti i mesi dell’anno la Calabria dei piccoli centri, spesso in via di spopolamento, diventa palcoscenico naturale e suggestivo di celebrazioni e rituali, sacre e profane che, figli delle dominazioni e delle culture succedutesi, fanno rivivere esperienze emozionali uniche ed irripetibili. Per i residenti. Ma soprattutto per i visitatori. – Censire, raccontare e promuovere in maniera integrata e sistematica, oltre i confini regionali e nazionali, la grande e straordinaria varietà di questi eventi identitari distintivi custoditi nei borghi montani e marinari, unitamente al loro corredo enogastronomico ed artigianale, può rappresentare la svolta per questa regione e per le sue ambizioni di sviluppo turistico eco-sostenibile e durevole, 365 giorni l’anno.
È quanto ha dichiarato l’agrichef Enzo BARBIERI, intervenuto alla presentazione dell’edizione 2019 della famosa VARIA DI PALMI, la processione della grande macchina a spalla che da 30 anni si rinnova per le strade della Città, ospitata nei giorni scorsi a Palazzo MADAMA a Roma. –
Coordinati dal giornalista Arcangelo BADOLATI, all’evento sono intervenuti, tra gli altri, il presidente onorario del Comitato VARIA ArmandoVENETO, il presidente del CRE – CALABRIA ROMA EUROPA Domenico NACCARI, il Sindaco di PALMI Giuseppe RANUCCIO, il senatore MarcoSICLARI, l’assessore regionale al bilancio Mariateresa FRAGOMENI ed il Presidente del Consiglio regionale Nicola IRTO.- Dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO, nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane (del quale la Varia di Palmi fa parte), la grande festa popolare ed identitaria, tra le più significative ed importanti in CALABRIA, ha ottenuto quest’anno anche l’alto patrocinio del Parlamento Europeo. – Dedicata a MARIA SANTISSIMA della SACRA LETTERA, patrona e protettrice della Città, si tiene l’ultima domenica di agosto con cadenza pluriennale. È in programma dal 10 al 25 AGOSTO.
Sarà BARBIERI, da 50 anni ambasciatore dell’identità enogastronomica calabrese nel mondo e vice presidente del comitato organizzativo, a coordinare la speciale cena identitaria a base di pesce locale e piatti della memoria marinara, prevista per il 22 agosto. Ospitata nella magica villa comunale di PALMI, affacciata sulla Costa Viola, l’evento enogastronomico vedrà protagonisti gli chef aderenti alla prestigiosa Unione Ristoranti del Buon Ricordo. E come nella migliore tradizione del Buon Ricordo, gli ospiti saranno omaggiati da uno speciale piatto commemorativo dell’evento realizzato ad hoc dal celebre maestro ceramista Vincenzo SOLIMENE di VIETRI.
Il terremoto del 1908, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale le cause storiche che dal 1900 ha determinato interruzioni e rinvii della festa popolare che trae origine da culto della Madonna della Sacra Lettera. – Nel 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent’anni anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto. Ne furono colpite Reggio Calabria e altre coste della Calabria, tra cui Palmi che accolse quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandò aiuti tramite generi di vitto e olio. Superata la calamità la città di Messina, con delibera del Senato cittadino, volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli (secondo la tradizione) della Madonna, che sarebbero stati portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo. Il reliquiario contenente il Sacro Capello della Vergine arrivò a PALMI nel 1582. Da quel momento cominciò la venerazione verso la Madonna appellata col titolo “della Sacra Lettera” e si adottò la sua effigie nera racchiusa in una manta d’argento a somiglianza di quella venerata nella città peloritana.