Nel primo sabato d’estate, al fresco del centro visite di Monaco, a Villaggio Mancuso, nel Comune di Taverna, si parla di un patrimonio di bellezza inestimabile e con esso della prospettiva di trasformare le criticità determinate dall’emergenza sanitaria in una grande opportunità di sviluppo per il turismo montano. Perché “mai come in questo momento – proprio perché in Calabria le risorse non mancano per poter offrire diverse soluzioni a quanti vogliono una vacanza all’insegna della sicurezza e della esperienza – è il momento della sinergia tra pubblico, privato, imprenditori, categorie. E’ l’unico modo per essere molto più forti e uniti per uscire da questa grande crisi”.
E’ quanto ha affermato il consigliere regionale del Partito democratico, Libero Notarangelo, concludendo i lavori dell’iniziativa pubbluca moderata da Marco Gentile, alla presenza del consigliere regionale Baldo Esposito e di Daniele Donnici, il presidente della Rete Turistica “Destinazione Sila”. Un confronto articolato e ricco di idee, contributi e riflessioni soprattutto da parte dei sindaci del comprensorio – presenti Sebastiano Tarantino di Taverna, Domenico Gallelli di Zagarise, Enzo Nania di Sorbo San Basile, Salvatore Ricca di Albi, Fiore Tozzo di Magisano e Vincenzo Marino di Pentone – e di tanti cittadini, associazioni e appassionati di montagna. Tanti stimoli che dovrebbero essere sintetizzati un programma operativo, suggerisce Notarangelo sollecitando la costituzione di un tavolo che sia in grado di portare a sintesi le varie proposte trasformandole in azioni concrete.
“L’emergenza sanitaria determinata dal diffondersi del coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, le nostre percezioni e prospettive, ma anche le possibili destinazioni turistiche: la montagna è balzata all’attenzione nell’ottica di un sistema turistico ripensato, nella Fase 2 di ripartenza – ha affermato Notarangelo -.
E questo perché il turismo montano e la conformazione del territorio sono predisposti per un distanziamento sociale naturale che non necessita di misure forzate anti-assembramento. C’è poi il tema fondamentale della salubrità, sia in termini contingenti che strutturali: la nostra montagna offre importanti aree boschive per l’ossigenazione e prodotti tipici di elevati standard qualitativi e comprovata genuinità.
Sono stati due scienziati che si erano cimentati in un progetto internazionale sull’inquinamento da nano particelle, Stefano Montanari, direttore del Laboratorio Nanodiagnostico di Modena, e Antonietta Gatti, anche lei specializzata in nano diagnostica, i primi a studiare l’aria in Calabria, registrando proprio in Sila una purezza mai riscontrato prima. Questo primato, appurato in uno studio di qualche tempo fa, è tornato fortemente in voga in un periodo in cui si discute tantissimo della qualità dell’ambiente e degli effetti dello smog sulla salute dell’uomo. Ma non solo. Secondo alcuni esperti, la diffusione del Coronavirus sarebbe agevolata dallo smog e dalle polveri sottili presenti nell’atmosfera, per cui a basso inquinamento corrisponderebbe un basso livello di contagio da Covid-19. E chissà che l’aria pulita e la bassa densità di popolazione non siano un primo, importante antidoto contro il Coronavirus e altre malattie virali”.
“Questo aspetto – sostiene ancora il consigliere regionale democrat – consente necessariamente di cogliere una storica occasione di rilancio e sviluppo del territorio montano attraverso un percorso obbligatorio quanto equilibrato di coinvolgimento di Comuni, Enti Locali, Parco Nazionale della Sila, nonché degli imprenditori turistici della ricezione e della ristorazione, per offrire ai calabresi e non, questa estate la possibilità di trascorrere una vacanza in sicurezza.
La grave crisi che stiamo attraversando può rappresentare uno stimolo ulteriore: insomma, mentre altri territori dovranno faticare per reinventarsi da zero, noi dovremmo concentrare i nostri sforzi per promuovere con una poderosa campagna comunicativa ciò che abbiamo e attirare fasce di mercato turistico fin qui rivolte ad altre mete o ad altre tipologie di vacanze oggi difficilmente fruibili.
Queste condizioni possono favorire il turismo di prossimità: chi andrà a camminare, in bici o a svolgere altri tipi di attività nelle zone montane, non dovrà infatti dimenticare che lì c’è un paese, una comunità, un territorio che deve vivere, così come negozi ed esercizi commerciali di prossimità che andranno sostenuti. Si potrebbe pensare, in futuro, per far ripartire ristorazione, residenzialità, intrattenimento e shopping alimentare alla creazione di un circuito di percorsi tramite app che possano essere messi a disposizione dei turisti fornendo proposte sulla scelta dei percorsi, per evitare assembramenti e garantire un turismo di prossimità in sicurezza. C’è un grande lavoro da fare – conclude Notarangelo -, riallacciando e promuovendo una sinergia tra pubblica e privata: la parola che dovremmo utilizzare più spesso è sicuramente ‘insieme’”.