Dalle previste, approvate, in parte finanziate e da molto tempo attese opere di completamento, riguardanti la realizzazione degli urgenti e non più rinviabili interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale delle aree contaminate private e pubbliche, dalla riqualificazione e valorizzazione ambientale dei territori, delle acque di falda ora contaminate, dalla caratterizzazione delle aree e dei fondali marini da attualizzare accertando lo stato della reale contaminazione, dal completamento infrastrutturale delle banchine e delle due vasche di colmata situate interne al Porto, dall’adeguamento funzionale e dalla realizzazione degli interventi di dragaggio dei sedimenti portuali, dalla messa in sicurezza permanente di alcune individuate aree CIC, fosforite e Cubilot ancora presenti in molti ambiti territoriali di Crotone, partirà la crescita economica imprenditoriale e industriale, sia della Provincia di Crotone che della compromessa realtà costiera marittima e portuale di Saline Joniche, rientrante nel Comune di Montebello Jonico della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Le azioni e gli interventi necessari e urgenti, pianificati, programmati e in parte assistiti da copertura finanziaria, da completare e realizzare, andranno a totale beneficio economico e occupazionale, non solo della Città di Crotone, ma anche di tutte le altre province della Regione Calabria e delle regioni del meridione d’Italia.
Prevedo un positivo riposizionamento strategico nel Sud Italia, con particolare riferimento alle due aree portuali e industriali di Crotone e Saline di Montebello Jonico in Calabria.
Realtà territoriali costiere similari sotto diversi aspetti, da ritenersi uniche al mondo sotto il profilo storico, archeologico, architettonico e paesaggistico, ma anche con gli stessi punti di debolezza, che possono diventare sicure opportunità per la rigenerazione urbana e la riqualificazione economico – ambientale.
Senza addentrarci in fuorvianti analisi statistiche e volgendo lo sguardo con attenzione, direttamente ai due contesti ambientali similari, sento di poter affermare senza rischiare di essere smentito dai fatti, che, proprio il loro storico degrado ambientale e, a mio modo di interpretare gli scenari ambientali, a forte rilevanza economica, possa trasformarli in due centri di forza produttiva e di futuro benessere generale per il Meridione d’Italia.
Due aree industriali simili e con differenti complessità ambientali e urbanistiche, da gestire unitariamente, nel segno del cambiamento, con mirate azioni programmatorie rilevando in analisi di contesto, un reale potenziale di forza economica industriale, non ancora strategicamente espressa.
Si è convinti nel sostenere che in un prossimo e medio futuro, la crescita economica complessiva omnidirezionale delle due aree grecaniche joniche sarà intensa.
La realtà post industriale della antica Kroton, patria della Magna Grecia ed oggi città di Crotone, risulta positiva sotto ogni punto di vista economico, finanziario e sociale.
Osservando i dati espressi, in estrema sintesi, dell’area vasta peraltro ricadente nel perimetrato (SIN), Sito di Interesse Nazionale e contemporaneamente situato all’interno della Zona Economica Speciale Unica Meridionale, (ZES Unica Meridionale), si registrano dati significativi con molte opportunità da cogliere e valorizzare senza altri ritardi.
Si legge nel commento della scheda di mercato una evidente bassa congiuntura economica, ingenti risorse di capitale umano in attesa della prima occupazione, un bassissimo reddito pro-capite, (ultimo o penultimo in Italia), una manodopera a basso costo, un eccesso di disponibilità di forza lavoro giovanile, qualificata e specializzata, una lievitazione crescente della base culturale individuale.
La città di Crotone in particolare, oggi contesto ambientale degradato e deturpato, ma riparabile, recuperabile e riqualificabile, è da valorizzare a totale carico finanziario e in danno delle società multinazionali ora proprietarie delle aree, subentrate in ogni modo e a seguito di provvedimenti legislativi, giudiziari esecutivi, per volontà del Governo, al management delle società industriali storicamente presenti sul territorio crotonese.
Realtà storiche, rivelatesi a posteriori pericolosamente insalubri e dannose, sia per la salute dei lavoratori impiegati nelle ex industrie metallurgiche e chimiche, che per i cittadini abitanti nei territori adiacenti alle industrie storiche, ex Pertusola, ex Agricoltura, ex Fosfotec ed ex Sasol. Tutte le società fortemente impattanti per l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi terrestri e marittimi, risultati contaminati dai residui dei processi di produzione delle industrie metallurgiche dello zinco e suoi derivati, (CIC) e delle industrie chimiche sottoforma di prodotti dannosi residuali (FOSFORITE); materie prime di base, allora impiegate per la produzione di anticrittogamici, antiparassitari, diserbanti, detergenza e abrasivi, venduti sul mercato nazionale ed estero, che fino agli anni novanta del secolo scorso, cubavano una forza lavoro complessivamente intesa, tra ingegneri, chimici, amministrativi e manodopera qualificata e altamente specializzata, pari se non molto superiore alle 2500 unità di forza lavoro diretta e indiretta, creativa e produttiva.
L’ignoranza e l’errore umano, si dice che siano la madre e il padre dell’esperienza, così come l’intelligenza, possa essere definita come la capacità di risolvere nuove e complesse problematiche apparentemente irrisolvibili, in assenza di risorse culturali e tecnologiche.
Ora le azioni amministrative e le attività necessarie per la realizzazione e completamento degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale delle aree allora industriali e oggi da decontaminare, sono in avanzato stato di risoluzione, grazie alla ferma volontà manifestata dallo Stato e dal Governo, che hanno cercato di favorire l’unione di intenti delle forze economiche industriali e imprenditoriali, con azioni propositive a Crotone e Provincia. Le attività legislative del Parlamento, la decretazione di urgenza del Governo Italiano e l’impegno costante dei Presidenti di Regione e di tutti i Presidenti e Consiglieri del Consiglio Regionale della Regione Calabria, hanno creato diritto nazionale e regionale idoneo per la crescita, ripartenza economica e lavorativa in Calabria, in aderenza e recepimento del diritto ambientale europeo e ratifica del diritto convenzionale internazionale.
Ora, a mia convinzione e analisi economica predittiva, ritengo che dobbiamo essere molto fiduciosi, in attesa di una vita in un ambiente migliore per tutti i Cittadini Calabresi, in particolare per quelli residenti e abitanti in quel centro economico industriale energetico di Crotone.
Non comprendere il vento economico – finanziario favorevole che è in rotazione sul territorio, mare e porto di Pitagora, seguendo la Rosa dei Venti, a favore del territorio, non credo sia un accettabile segno di ottimismo pro sviluppo e rigenerazione urbana.
Le risorse energetiche rinnovabili e non, petrolifere e gessifere, idriche, idroelettriche, ambientali, agricole, la presenza dell’ “Area Marina Nazionale Protetta” di Isola Capo Rizzuto, considerata una delle più grandi e ricche di biodiversità d’Europa, le reti viarie intermodali sostenibili su ferro, gomma, potenziabili per vie aerea e marittima, le crescenti capacità ricettive portuali e retroportuali, in corso di potenziamento infrastrutturale, faranno della Provincia di Crotone del 2030, una realtà economica anche industriale e imprenditoriale, potenzialmente pronta per competere sul mercato euro mediterraneo ed internazionale.
Occorre crederci e compartecipare per un prossimo futuro migliore, credete in fede e diritto; il benessere generalizzato è possibile e raggiungibile a Crotone, convincersi che esistano buone prospettive economiche, non costerà nulla e consentirà di affrontare le realtà della vita con la forza invincibile dell’ottimismo.
Partendo dalla Stazione Ferroviaria, dall’Aeroporto, dal Porto di Crotone, o dalle strade in ampliamento, rese ancora più sicure e percorribili velocemente, si potrà decidere se dirigere in latitudine nord verso Taranto e il Mare Adriatico, oppure orientare la propria libertà di scelta, convergendo in direzione jonica, verso Reggio Calabria.
Immagino un viaggio in treno di ultima generazione tecnologica, veloce, in alternativa al più lento viaggio a bordo della tradizionale “Littorina”, su una linea finalmente elettrificata, seguendo il mare dei Greci, ammirando i luoghi e i paesaggi costieri della Magna Grecia.
Uno spettacolo unico, travolgente, colmo di bellezze paesaggistiche a cielo aperto, come fu nell’antichità per la Sicilia e la Calabria colonizzate dai Greci, con i loro mille e forse anche molti di più, tesori storici e architettonici, solo per citarne alcuni, simboli della colonizzazione grecanica e tanti altri dominazioni di civiltà antiche; Selinunte, la Valle dei Templi e Teatro Greco di Taormina in Sicilia, Squillace, Caulonia, Gerace, Stilo, Locri, Bova, Roccaforte del Greco, Roghudi borgo antico, il borgo millenario di Pentidattilo, Saline di Montebello Jonico in Calabria.
Giunti a Reggio di Calabria, dopo aver camminato per pochi centinaia di metri, fissare in religioso silenzio gli immortali Eroi ritratti nei Bronzi di Riace rigenerandosi poi, con la vista incantevole del Lungomare Italo Falcomatà, un giardino storico liberamente e gratuitamente fruibile, ricco di storia e considerato da Gabriele D’Annunzio, come il kilometro il più bello d’Italia.
Un viaggio ricco di testimonianze storiche delle numerose civiltà, colonizzatori e spesso anche predatori di ogni provenienza, che inevitabilmente, per fortuna, lasciarono ai posteri i segni artistici e architettonici del loro passaggio dominante.
Durante questo viaggio virtuale però, chiedo di soffermare la vostra attenzione sul territorio e sul mare di Saline Joniche, realtà SIC (Sito di Interesse Comunitario), area di studio e ricerche scientifiche universitarie, considerata dai botanici e ornitologi unica al mondo, per la ricchezza di biodiversità e la imponente nidificazione della avifauna migratoria Mediterranea, oggi in via di estinzione.
Camminando in quei luoghi ci si rende subito conto che questo territorio, che nelle sole buone intenzioni, si doveva industrializzare e rendere produttivo, si trova a vivere, con molte similitudini, con lo stesso stato di incuria e di contaminazione ambientale – industriale di Crotone.
Sono due simboli emblematici dello stesso stato di degrado ambientale, concepito e prodotto da insediamenti industriali insalubri.
Sono le tristi conseguenze, dannose e pericolose, di scelte di politiche economiche industriali per il Sud Italia, risultate a posteriori economicamente e ambientalmente, fallimentari.
L’’industria “Liquichimica Biosintesi” di Saline Joniche, realizzata negli anni ’70, con tanto di porto industriale-commerciale, non è mai entrata in esercizio lasciando sul territorio le infrastrutture metalliche, ora vistosamente arrugginite e pericolanti, compresa l’altissima ciminiera colorata visibile ai naviganti del mar Jonio.
Il porto Industriale di Saline Joniche non è stato mai utilizzato ed oggi, la sua bocca d’entrata è insabbiata; un’opera infrastrutturale inqualificabile di pessima qualità ed errata progettualità di ingegnera marittima. Si tratta in argomento, di un ambito costiero bruttissimo a vedersi per come è ridotto a causa di una pluriennale assenza di alcuna manutenzione infrastrutturale marittima.
Tutte le aree e le falde acquifere dei territori ex industriali di Saline Joniche, andrebbero sottoposte ad interventi di caratterizzazione per accertare, sulla base dei risultati, quali e quanti interventi di rigenerazione urbana e messa in sicurezza di emergenza, bonifica dei contaminanti, ripristino-riparazione ambientale e attività di monitoraggio, dovrebbero essere necessari e urgenti da eseguire.
A poca distanza da questo cimitero metallico, sono state realizzate le imponenti opere e infrastrutture delle Ferrovie dello Stato, le “Officine Grandi Riparazione” di Saline Joniche.
Le officine furono inaugurate nel 1989 e vi vennero affidate le riparazioni di locomotive elettriche, nonostante la linea non risultasse allora elettrificata; dopo 12 anni di attività l’impianto fu soppresso nel 2001 in conseguenza del processo nazionale di razionalizzazione degli impianti di manutenzione. L’impianto è dunque rimasto cosi, in stato di totale abbandono.
Una impattante realtà infrastrutturale in ferro e cemento armato, fatta costruire espropriando ai proprietari terrieri, migliaia di ettari di aree agricole produttive pregiate che occorre al più presto, se tecnicamente possibile e prima che sia troppo tardi, proporre quale area da perimetrale e far rientrare in un Sito di Interesse Nazionale, (SIN), da bonificare, rigenerare e riparare dai danni ambientali arrecati al territorio grecanico costiero dello Jonio.
Un’area che doveva essere protetta, vincolata paesaggisticamente e dichiarata area SIC per via dei vicini Laghetti di Saline Joniche più noti alla generalità delle persone, come i Pantani di Saline Joniche.
(Emilio Errigo, docente universitario di Diritto Internazionale del Mare ed Europeo dell’Ambiente, è Commissario Straordinario Delegato di Governo del Sito contaminato di Interesse Nazionale di Crotone – Cassano e Cerchiara di Calabria)