Non è una novità che l’emergenza sanitaria che da settimane ormai stiamo vivendo continui, giorno dopo giorno, ad aggravare la condizione economica del nostro Paese e a maggior ragione della Calabria. Ecco perché, come già detto all’indomani dei primi provvedimenti che hanno disposto la chiusura di diverse attività economiche, la Camera di Commercio, assieme ad associazioni di categoria, professionisti e operatori economici, si è interessata innanzitutto ad analizzare quali fossero le principali criticità e quindi a costruire proposte e strumenti atti a limitare i danni.
Lo afferma in una nota il presidente della CCIAA di Catanzaro, Daniele Rossi.
La sollecitazione che mi è giunta da Confartigianato, a cui avevo già risposto nei giorni scorsi con una lettera al presidente Bifano e al segretario Mostaccioli, affronta un argomento su cui è forte anche la mia personale preoccupazione. E proprio per questo motivo, da diversi giorni, in permanente confronto con Unioncamere, lavoriamo a strumenti che possano avere un impatto concreto sul territorio. Tra questi, il primo che ci è stato possibile mettere in campo è quello fornito dal Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 (c.d. decreto Cura Italia) che con quanto disposto dall’art. 125 restituisce alle Camere di Commercio la possibilità di realizzare specifici interventi, anche tramite appositi accordi con il fondo centrale di garanzia, con altri organismi di garanzia, nonché con soggetti del sistema creditizio e finanziario. Inoltre sono autorizzati anche interventi diretti mediante l’erogazione di finanziamenti con risorse reperite avvalendosi di una piattaforma on line di social lending e di crowdfunding, tenendo apposita contabilizzazione separata dei proventi conseguiti e delle corrispondenti erogazioni effettuate.
Si tratta di strumenti di fatto nuovi, che in passato erano stati sottratti dalla disponibilità degli enti camerali e che oggi, in piena emergenza, ci vengono restituiti con l’invito ad una puntuale applicazione che, di certo, non tarderà ad arrivare.
Abbiamo ben chiaro come l’unico modo di uscire dalla crisi attuale e futura è legato alla collaborazione vera e sinergica tra istituzioni e rappresentanti di categoria, ecco perché ringrazio Confartigianato e tutte le altre associazioni
che ci hanno fatto pervenire suggerimenti ed analisi in questo periodo: non vogliamo lasciare nulla di intentato e vogliamo mettere a punto un piano di interventi – compatibilmente con le competenze della Camera di Commercio e con le linee guida di Mise e Unioncamere – che abbia un impatto specifico sull’economia locale, tarato quindi sulle vere esigenze delle nostre imprese.
A tal proposito, da giorni ricevo accorate segnalazioni – come quelle pervenute, tra gli altri, dall’ex presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme Francesco Grandinetti, dal presidente di Confcommercio Calabria centrale Pietro Falbo, da quello di Confesercenti Francesco Chirillo – circa le enormi difficoltà a cui a breve andranno incontro parecchi commercianti e imprenditori legate alle scadenze di titoli di credito il cui pagamento è differito nel tempo (le cambiali, ad esempio). Ebbene, i mancati incassi di queste settimane renderanno impossibile ai più onorare tali scadenze, con un riflesso reale non solo nel presente ma anche nel futuro del merito creditizio di tante piccole imprese.
In tanti, quindi, subiranno, loro malgrado e per cause di forza maggiore, l’onta di un protesto che in futuro gli precluderà qualsiasi possibilità di accesso al credito e quindi di recuperare dalla crisi. Per come la vedo io si tratta di una situazione inaccettabile e che farà saltare il banco dell’economia locale, perché nella vicenda sono coinvolte non solo le piccole imprese, ma anche i lavoratori ad esse connessi e gli istituti di credito.
Sul tema, non ho sentito giungere neanche una parola da parte del Governo nazionale, eppure si tratta di una condizione diffusa su tutto il territorio nazionale che ha bisogno di un intervento shock di redistribuzione della ricchezza. Un’operazione economico-finanziaria di impronta neokeynesiana e straordinaria che permetta alle famiglie e alle imprese di affrontare una crisi così violenta e improvvisa che ha reso impossibile a chiunque mettersi al riparo dai suoi effetti nefasti.