Stop alle bollette per utenze domestiche, alle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e alle tasse locali. Spostamento dei termini per i versamenti di tutti i tributi nazionali, di Iva, contributi previdenziali. Credito agevolato per imprese e famiglie, con garanzia statale della Cdp o del Mediocredito centrale, da richiedere su una specifica piattaforma elettronica, con un doppio “accesso”, diviso tra persone fisiche e persone giuridiche. Sono i primi tre punti di un decalogo di misure straordinarie che Unimpresa ha appena inviato al governo, sollecitando nuovi e importanti interventi per sostenere l’economia italiana piegata dagli effetti dell’emergenza Coronavirus. Il decalogo di Unimpresa spazia dal fisco locale alle tasse nazionali, dalla moratoria sugli affitti al credito agevolato, da bonus una tantum per i professionisti e al pagamento degli stipendi per chi perde lavoro. Ecco, qui di seguito, gli altri sette punti; congelamento dei pagamenti per fatture fino a 50.000 euro; banche uffici postali aperti per soli cinque giorni al mese; proroga per le procedure esecutive e alle ordinanze dei tribunali; sospensione delle aste immobiliari; moratoria per gli affitti (abitazioni e locali commerciali) per chi perde il lavoro o vede fallire la sua impresa; pagamento dell’80% dell’ultimo stipendio, da parte della Cassa depositi e prestiti e del Mediocredito centrale, dei dipendenti di aziende fallite, sia private sia pubbliche; bonus della Cdp, pari a 1.200 euro mensili, a richiesta, per tutti i professionisti iscritti alle camere di commercio. «Il nostro obiettivo è creare le condizioni per sfruttare al massimo la potenza di fuco finanziaria che la Bce si appresta a erogare con le nuove operazioni straordinarie di liquidità da 1.700 miliardi di euro» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
Nel dettaglio, per quanto riguarda il credito agevolato, il meccanismo dovrebbe essere così strutturato, sulla base di un doppio binario, uno dedicato alle persone fisiche e uno dedicato alle persone giuridiche. Nel primo caso, grazie a una garanzia della Cdp, per le famiglie ci sarebbe un prestito fino a 15.000 euro da rimborsare in 10 anni e per i professionisti un finanziamento fino a 150.000 euro da restituire in 10 anni. Nel secondo caso, grazie a una garanzia del Mediocredito centrale, sarebbe introdotto per gli artigiani e le piccole e medie imprese – con fatturato da 300.000 euro a 1,5 milioni di euro, finanziamento fino a 500.000 euro da restituire in 15 anni; per le aziende più grandi con fatturato fino a 50 milioni di euro, un prestito fino a 3,5 milioni di euro da restituire in 20 anni.
«I decreti finora approvati dal governo sono inadeguati e insufficienti a salvaguardare il tessuto più prezioso del nostro sistema economico nazionale, cioè le piccole e medie imprese, e a evitare la desertificazione dello stesso» osserva il vicepresidente di Unimpresa.