L‘ufficio di presidenza uscente del Consiglio regionale della Calabria si è riunito questo pomeriggio in via d’urgenza per deliberare in ordine ai tempi e alle modalità di svolgimento della prima seduta dell’Assemblea per l’XI legislatura. I lavori furono rinviati per l’emergenza coronavirus una prima volta lo scorso 8 marzo, su richiesta della presidente della Regione condivisa da tutte le forze politiche, e poi il 17 marzo in seguito alla presentazione di una richiesta di sconvocazione firmata da 18 consiglieri di maggioranza.
Le date individuate per la prima tornata di lavori sono quelle di giovedì 26 e venerdì 27
In particolare, si legge nella delibera, “le sedute del Consiglio regionale si tengono a porte chiuse, pertanto, l’accesso all’aula consiliare e alle relative pertinenze è interdetto ai visitatori, alle delegazioni, al pubblico, ai giornalisti ed ai collaboratori a qualunque titolo non espressamente autorizzati”. Le sedute, viene ribadito, saranno trasmesse in diretta streaming mentre viene precisato che “tutti i presenti nel palazzo e nell’aula consiliare sono tenuti ad accedere ai locali muniti di materiali di protezione ed in particolare mascherine e guanti”.
Tra le novità introdotte dall’ultima delibera, vi è la possibilità di partecipazione in modalità telematica alla sessione di lavori per quei consiglieri regionali che si dovessero trovare in quarantena. In tal caso, è onere del consigliere comunicare e autocertificare il proprio status entro 24 ore dall’inizio della seduta.
“Le date individuate del 26 e del 27 marzo sono davvero da considerarsi inderogabili. Abbiamo fatto tutto il possibile, attraverso nuovi e ancora più stringenti provvedimenti, per garantire a ciascun consigliere le massime condizioni di sicurezza in aula – dichiara il presidente uscente Nicola Irto -.
Abbiamo inoltre introdotto, nel rispetto della legge, la possibilità del voto telematico per chi dovesse essere in quarantena
Adesso il Consiglio si riunisca, è indifferibile che la massima assemblea della nostra regione eserciti appieno le sue funzioni per attendere ai propri compiti istituzionali e anche perché è necessario esprimere un messaggio doveroso di rispetto verso chi, tra medici, infermieri, forze dell’ordine, militari e lavoratori dei servizi essenziali, sta combattendo contro un nemico invisibile esponendosi a gravi pericoli per la propria salute per difendere tutti noi”.