Quanto sta succedendo al confine russo-ucraino non può lasciare indifferenti il popolo italiano, europeo, mondiale. Si tratta di un vile tentativo di annessione di parte del territorio libero e democratico dell’indipendente Ucraina, di certo non a difesa di un confine.
Sono ancora vivi nei ricordi di tutti, le drammatiche immagini dei dodici giorni di guerriglia che nel 2008 sconvolsero l’Ossezia del Sud. Dodici giorni durante i quali, sempre con la scusa della difesa di un confine, si realizzò l’occupazione di un territorio che aveva deciso di entrare nella grande famiglia della Comunità Europea.
Non può esserci un nuovo 2008, non si può permettere che ci sia una nuova guerra di annessione di territori liberi dell’Est Europa, non si può permettere che l’Ucraina perda la sovranità di parte del suo territorio, non si può permettere che il popolo ucraino perda la sua libertà conquistata democraticamente.
Da Socialisti, chiediamo che lo Stato Italiano, in applicazione dell’articolo 11 della Costituzione, ripudi fortemente la guerra in atto come strumento di offesa alla libertà del popolo ucraino, promuova tutte le azioni necessarie da parte delle organizzazioni internazionali come mezzo di risoluzione delle controversie tra la Russia e l’Ucraina, per assicurare la pace e la giustizia fra le due Nazioni, nonché la libertà del popolo Ucraino.
Chiediamo che il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale, si facciano carico della preoccupazione e della protesta dell’intera comunità cosentina contro la vile aggressione che sta subendo il popolo ucraino, rappresentandola a tutti gli organismi democratici dello Stato Italiano, al Presidente del Consiglio dott. Mario Draghi, al Presidente della Repubblica Italiana dott. Mattarella Sergio, al Ministro degli Esteri dott. Di Maio Luigi, nonché al presidente della Comunità Europea dott.sa Von Der Leyen Ursula, al Presidente della Commissione Affari Esteri della Comunità Europea dott. McAllister David, affinché si rendano parte attiva di un trattato di pace che non permetta quello che può diventare il più grosso conflitto europeo dal 1945 ad oggi.
Chiediamo, infine, l’esposizione fuori della casa comunale della BANDIERA DELLA PACE come monito che COSENZA ripudia la guerra, ripudia il dominio di una nazione su un’altra, che chiede la tutela e la difesa delle comunità deboli, che difende la libertà democratica dell’Ucraina e del Popolo Ucraino.