Il direttivo di Confesercenti Catanzaro ha incontrato, nella mattinata odierna, una delegazione di commercianti del centro storico di Catanzaro in una riunione avente ad oggetto le difficoltà logistiche e di viabilità su corso Mazzini e aree limitrofe che, inevitabilmente, si sono tramutate in criticità economiche per gli operatori locali.
A fare le spese del nuovo piano di mobilità cittadina, e delle successive modifiche, sono soprattutto i commercianti della zona di Bellavista, nei fatti tagliati fuori dalla circolazione veicolare. L’incontro ha così indotto ad un’analisi complessiva delle criticità riscontrate nella viabilità cittadina, evidenziando l’esigenza di una serie di correttivi che rendano fruibili tutte le zone del centro città sia agli avventori che ai residenti, nonché a per l’accesso agli uffici e alle scuole.
«Il centro storico di Catanzaro è in continua sperimentazione ormai da più di quindici anni – ha detto il presidente Francesco Chirillo -. Nel tempo si sono succedute scelte contrastanti che non hanno fatto altro se non ingenerare la sensazione che si sia proceduto per tentativi, senza reali valutazioni tecniche e logistiche, ma spinti soprattutto dalla volontà politica di rispondere alle richieste, spesso contrastanti, di questo o di quel gruppo organizzato.
Catanzaro, non solo per quanto attiene alla viabilità del centro storico, ha bisogno di avere una classe politica dinamica, attenta, realmente al corrente delle difficoltà quotidiane dei cittadini
Da mesi ormai assistiamo impotenti ad un blocco completo di tutta l’azione politica in città, uno stallo a cui non possiamo abbandonarci ma che chiediamo con forza venga superato dando vita, nel più breve tempo possibile, ad un’azione amministrativa fortemente incisiva e intraprendente. Dal canto nostro, mi auguro anche di concerto con altre associazioni di categoria, ci faremo portatori di proposte e suggerimenti ragionati e attenti alla collettività, ma ci aspettiamo ascolto e soprattutto una capacità gestionale e decisionale che sia scevra dalle dinamiche personalistiche e partitiche che frenano lo sviluppo del territorio»