Il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, a conclusione della seduta congiunta con la Commissione Speciale di Vigilanza, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“La vicenda dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asp di Reggio Calabria – ha affermato Bova – , che ormai da anni assurge alle cronache dei giornali viste le enormi difficoltà economiche in cui versa, è tornata di strettissima attualità proprio nei giorni scorsi quando il governo centrale ha deciso di inviare i propri commissari perché venga fatta luce su anni di gestione scellerata nei conti dell’azienda.
Sull’argomento , sono stati sentiti l’attuale Commissario ad acta per il Piano di Rientro, gen. Saverio Cotticelli, e il nuovo direttore generale del Dipartimento regionale ‘Tutela della Salute’, dott. Antonio Belcastro. La seduta – ha continuato il presidente della Commissione antindrangheta – ha puntato i riflettori soprattutto sull’assenza dei bilanci dell’Asp di Raggio Calabria, un argomento più volte sollevato dai magistrati contabili, dal Tavolo Massicci, dal precedente Commissario ad acta per il Piano di rientro, Massimo Scura, e anche dall’ex commissario dell’Asp reggina, dott. Santo Gioffrè, E’ incredibile – ha detto il presidente Bova – che da anni l’Asp di Reggio Calabria non rediga un bilancio e che tutto scorra senza che niente avvenga. È assurdo che un Advisor esterno, scelto e riconfermato dai governi che si sono succeduti e profumatamente pagato con i soldi dei calabresi, non sia stato in grado di portare a casa neanche un piccolo risultato, anzi abbia completamento disatteso la missione affidatagli. Così com’è incredibile che i rilievi mossi dalla Corte dei Conti e dall’ex commissario Santo Gioffrè non abbiano ancora sortito un benché minimo effetto giudiziario. E intanto gli ospedali e i presidi sanitari reggini sono ormai alla canna del gas e non riescono ad erogare le prestazioni di cui i cittadini necessitano».
«Ciò su cui voglio porre l’attenzione – ha ripreso Bova – è però un aspetto culturale, oserei dire, che sottende a tutta la vicenda: secondo quanto sembrerebbe emergere, all’Asp di Reggio Calabria, per anni, è andato in scena un copione, una prassi consolidata in cui ognuno recitava il proprio ruolo finalizzato a truffare l’Ente: fatture volutamente pagate più volte, omesso controllo sulle fatturazioni, mancate costituzioni in giudizio, interessi debitori lasciati maturare colpevolmente, il tutto nel silenzio più assoluto di chi avrebbe dovuto controllare.
Insomma una disorganizzazione organizzata. Senza mezzi termini, dico che si è trattato di vero e proprio delitto di Stato, di una truffa colossale a danno dei calabresi tutti, che ha portato non solo ad un monte debitorio di 400 milioni di euro, ma ha avuto e continua ad avere ripercussioni gravissime sulla qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini. E a poco serve scomodare la ‘ndrangheta in questo caso: probabilmente, anzi certamente, in una situazione del genere la criminalità avrà trovato il modo di infiltrarsi e lucrare, ma questa vicenda nasce da un clima di illegalità diffusa, da un sentimento comune dell’illegalità che induce funzionari, imprese e professionisti ad approfittare sordidamente di una situazione anziché lavorare per porvi rimedio. Personalmente mi dichiaro allibito. Pertanto, voglio ringraziare – ha concluso Bova – il commissario Cotticelli e il dg Belcastro per aver risposto con franchezza alle domande che a loro sono state rivolte, sebbene siano arrivati a gestire questa vicenda solo da pochissimo tempo. Al contempo, sottolineo che questa audizione non esaurisce l’interesse della mia commissione sulla vicenda per cui nelle prossime settimane ci sarà almeno un’altra seduta ad hoc in cui saranno sentiti coloro i quali in questi anni si sono trovati ad avere a che fare con una delle pagine più ignominiose della nostra regione».
Ai lavori delle Commissioni era presenti i consiglieri Arruzzolo, Pedà, Battaglia, D’Agostino, Nucera, Sergio e Morrone.