Nonostante l’Agricoltura sia sotto attacco, contraffazioni, frodi, accordi commerciali multilaterali scellerati, etichettatura a semaforo, ecc e subisca ritardi e penalizzazioni a livello regionale, dal rapporto presentato dalla Banca d’Italia “sull’economia della Calabria” emerge che l’agricoltura non arretra. Lo sappiamo tutti ormai da tempo che la Calabria deve correre per uscire dal fondo di qualsiasi graduatoria e statistica, – sostiene Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – il documento degli economisti di Bankitalia conferma che senza una lettura attenta del contesto ed una visione strategica che sappia cogliere potenzialità e opportunità continueremo ad essere una bellissima regione ma che si spopola perdendo capitale umano di prim’ordine.
L’agricoltura e l’agroalimentare di qualità sono una grande opportunità per la Calabria, ed è confermato anche dal fatto che pur nelle mille difficoltà tanti giovani sono alla guida di imprese agricole e tantissimi vorrebbero insediarsi. Una agricoltura che si è saputa rigenerare valorizzando la multifunzionalità, creando una forte alleanza con i cittadini con un modello di sviluppo durevole e sostenibile.
La Calabria può crescere con percentuali a doppia cifra se investe nelle proprie risorse e nelle cose che ha e sa fare: storia e tradizione, ospitalità-turismo, distintività delle produzioni agricole, beni culturali e cibo di qualità distintivo che sono una straordinaria leva competitiva per trainare il Made in Calabria nel mondo.
L’agricoltura è bloccata dal freno a mano tirato della Regione che penalizza in particolare i giovani non riuscendo a far cogliere nell’agroalimentare l’opportunità storica di poter essere la locomotiva per la crescita del Made in Italy. Non si ha la consapevolezza – aggiunge – che l’agricoltura italiana non ha disponibilità di suolo agricolo nel Centro-Nord e pertanto può e deve svilupparsi al sud; su questo versante, la Calabria può recuperare oltre 50mila ettari di superficie irrigata che significano più di 40mila posti di lavoro.
Lo spopolamento delle aree interne può essere mitigato notevolmente riportando la zootecnia e la valorizzando i boschi tenendo anche conto – ricorda Coldiretti – che sono 318 i comuni al di sotto dei 5000 abitanti, dove già si produce il 92% delle eccellenze agroalimentari calabresi a rischio scomparsa.
Insomma tantissime potenzialità ma – annota in conclusione – serve governarle ed accompagnarle con tempi velocissimi e con politiche regionali adeguate.