“E’ positivo che rimanga vivo il dibattito sul 3° megalotto SS106 Sibari-Roseto Capo Spulico, dopo che Coldiretti, grazie al classico sasso nello stagno lanciato in occasione della mobilitazione del 21 luglio u.s. ha confermato un convinto SI all’ammodernamento della SS 106 ma senza opere faraoniche, con conseguente spreco di risorse e oltraggio del territorio”.
L’alternativa c’è – commenta Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – e pertanto bisogna continuare in un rapporto sempre più aperto e trasparente con le Istituzioni in primis i Ministri delle Infrastrutture e dell’ambiente. Un auspicabile ma a questo punto necessario sopralluogo renderebbe giustizia ad una visione di sviluppo poiché non è più rinviabile un’accurata scelta degli investimenti, che devono avere, contestualmente, un carattere strutturale e una forte dimensione integrata sul territorio”.
La storia insegna e – ricorda – quasi sempre negli ultimi 50 anni la Calabria ha subito scelte cosiddette “strategiche” in nome dello sviluppo, tutte però pensate fuori dai confini regionali e con scarsissimo coinvolgimento delle Istituzioni locali e soprattutto dei cittadini. Basta ricordare solo alcuni esempi: Liquichimica di Saline Jonica e Lamezia, quinto Centro Siderurgico di Gioia Tauro, la SIR di Sant’Eufemia, Montedison di Crotone e via di questo passo di cui sono rimaste macerie. Sono state letteralmente annientate -annota – risorse collettive e luoghi tra i più belli della Calabria con straordinarie potenzialità produttive in termini turistici e di cibo di qualità. Non serve scomodare grandi menti – prosegue – per verificare il fallimento economico, ambientale e sociale di proposte di sviluppo non rispettose dei territori e delle vocazioni; possiamo anche dire, pensate per gli interessi di pochi consapevoli di violentare la Calabria e che hanno lasciato ferite profonde ed indelebili ancora ben visibili che nessuno si ricorda di bonificare per restituirne i luoghi ai calabresi.
Serve avere memoria e responsabilità Istituzionale verso la Calabria – rimarca- che non può e non vuole essere “drogata” con argomenti da prima Repubblica che di fatto la fanno rimanere l’ ultima Regione d’Europa riguardo tutti gli indicatori economici e sociali. L’ ammodernamento del 3° megalotto della SS 106 è l’ultima versione di un antico trattamento ricevuto dalla Calabria: ci sono dei soldi che saranno spesi e posti di lavoro (ma è proprio così?), due leve utilizzate come allucinogeni, senza dire che la stragrande parte delle risorse riceveranno solo una “girata” per ritornare poi fuori dai confini regionali e le competenze specialistiche arriveranno da fuori. Sono argomentazioni che di fatto omettono la discussione sulla non sostenibilità ambientale, paesaggistica e produttiva dell’Alto Ionio Cosentino.
La Calabria non può essere regione considerata incapace di difendere i propri asset naturali di sviluppo e/o fornire il passaporto ai violentatori; sarebbe ancora un clamoroso indebolimento nel percorso di valorizzazione delle nostre bellezze e istintività che è bene ricordarlo da qualche anno assicurano uno sviluppo sostenibile e durevole. Serve uscire dalla polemica sterile e fuorviante – è l’invito di Molinaro – alimentata da chi non vuole la verità o peggio gli serve nascondere le responsabilità, perché l’ammodernamento della SS 106 lo vogliamo tutti. Quello da evitare invece sono i tanti sprechi di euro, di suolo agricolo, di posti di lavoro già strutturati e bellezze naturali”.