“Servizio sociale professionale, strategie per il contrasto alla povertà alla luce della riforma del welfare in Calabria” è stato il tema dell’evento promosso dall’Ordine degli assistenti sociali in collaborazione con la Regione Calabria che si è tenuto stamane nella Sala Verde della Cittadella regionale a Catanzaro.
All’incontro, estremamente partecipato, sono intervenuti, in rappresentanza della Regione, il dirigente generale al Dipartimento Lavoro e Politiche Sociali Fortunato Varone e il dirigente del Settore Rosalba Barone, mentre per l’Anci era presente il presidente di Federsanità, Giuseppe Varacalli.
Ad aprire i lavori è stato Gianmario Gazzi, presidente nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, che ha sottolineato l’importanza dell’evento per la categoria di professionisti in prima linea nell’attuazione quotidiana di interventi di sostegno alle persone in stato di bisogno. Al centro del convegno, la riforma del Welfare, attesa in Calabria da oltre 16 anni, dall’approvazione della legge nazionale in materia, e le altre misure come Sia e Rei, messe in campo a livello governativo.
Una riforma, finalmente approvata dalla Regione Calabria – è stato sottolinato dai presenti – grazie all’accelerazione impressa negli ultimi tre anni dalla Giunta Oliverio, che prevede tra le altre cose il trasferimento di competenze e risorse economiche ai Comuni. Ne hanno discusso durante l’inziativa tanti rappresentanti delle parti sociali coinvolte, dai Comuni al Terzo settore, al volontariato ed agli operatori incaricati di trasformare in interventi, attraverso i Piani di zona, i dettami normativi.
Tra gli interventi quelli di Gianni Pensabene, portavoce del Forum Terzo Settore in Calabria; Don Giacomo Panizza di Comunità Progetto Sud, Gianluca Squillaci, vicepresidente nazionale di Csv, i quali hanno approfondito gli aspetti legati alla dimensione politica della riforma del terzo settore, il collegamento della norma con importanti principi costituzionali riconducibili alla solidarietà, alla sussidiarietà ed alla partecipazione, la revisione del sistema dei Centri di Servizio per il Volontariato e la valorizzazione del volontariato nel terzo settore, fornendo un utile sguardo d’insieme che ha certamente favorito la migliore comprensione della riforma.
Il Dirigente generale Varone ha ripercorso le tappe che hanno portato all’introduzione anche nella nostra regione della riforma del settore: “A tempi sostenuti – ha detto – partendo dall’agosto 2016 abbiamo chiuso tutte le procedure e programmato un sistema che noi riteniamo efficiente.
Essere partiti per ultimi, come Regione, è stato da un certo punto di vista positivo perché abbiamo potuto lavorare su programmi già esistenti e validi, recependo le migliori pratiche. Pensiamo che il nuovo welfare calabrese debba essere costruito in maniera sinergica da ogni livello istituzionale e secondo un unico obiettivo: quello di tutelare i beneficiari finali, ovvero i nostri concittadini, talvolta soggetti fragili e vulnerabili verso i quali sono orientate le risorse economiche, ma soprattutto le risorse umane”.
Il dirigente di Settore Rosalba Barone, attraverso una lunga disamina della storia giurisprudenziale del Welfare in Italia, ha ricordato le principali misure che hanno condotto alla Riforma delle Politiche Sociali in Calabria. “Siamo partiti – ha detto – nel 2015 con una delibera di Giunta in cui si dava vita alla costituzione di un tavolo tecnico di lavoro per la stesura della nuova legge composto da Regione, sindacati, forum del terzo settore, associazioni di volontariato, rappresentanti delle strutture sociali e delle famiglie e Anci. A ritmo forzato la Giunta ha poi approvato una serie di delibere: la 210 e la 232 del 2016 e ancora la 440 del 2016. Quest’ultima recava alcuni allegati su aspetti significativi delle procedure. Per poi giungere alle delibere finali, la 526 e la 633 di dicembre 2017. Ora la riforma sta muovendo i suoi primi passi”.
Per l’Ordine degli assistenti sociali della Calabria, guidato dal presidente Danilo Ferrara, “quello di oggi è stato un appuntamento di grande rilevanza, che rappresenta però solo il primo passaggio di un percorso di collaborazione con le istituzioni, ma anche di vigilanza, affinché la riforma non subisca ulteriori ritardi e porti al potenziamento dei servizi sociali nei comuni che rappresenta il tassello fondamentale del welfare”.
Giuseppe Varacalli, in rappresentanza dell’Anci ha rivendicato la funzione dei Comuni di fronte all’esercizio delle Politiche Sociali. “In osservanza alla Costituzione – ha detto – sono le amministrazioni comunali a dover applicare le politiche sociali verso la propria comunità. Non bisogna però commettere l’errore – ha concluso – di considerare gli investimenti in questo settore come secondari rispetto ad altri ambiti, così come spesso è avvenuto nel passato”.