Siamo arrivati in dirittura di arrivo sul riordino del Servizio Idrico Integrato in Calabria. È ciò che emergerebbe dopo la delibera di indirizzo di Giunta appena approvata e declamata dall’attuale classe politica, che sta gestendo questa fase di transizione in attesa delle prossime elezioni per la nuova governance regionale.
La Società Sorical è proiettata a diventare il soggetto unico gestore del SII calabrese dopo la sua pubblicizzazione con l’assenso della Regione e dei Comuni, con molti dei quali spesso e volentieri i rapporti non sono stati improntati a reciproco rispetto e collaborazione. La Società viene individuata come idonea, stante “la sussistenza delle condizioni a soddisfare il perseguimento delle finalità istituzionali di produzione di un servizio di interesse generale quale quello del ciclo idrico integrato calabrese”.
Il tutto avverrebbe con la sua pubblicizzazione mediante l’acquisizione delle quote del socio privato e la contestuale revoca della sua liquidazione. Un percorso che dovrebbe completarsi con l’individuazione della stessa Sorical quale Soggetto Unico Gestore con relativo affidamento, che dovrebbe avvenire entro settembre 2021: ciò al fine di poter usufruire dei fondi del PNRR destinati agli interventi nel settore idrico, il cui 70% sarà assegnato prioritariamente a quelle regioni in cui entro tale data sarà intervenuto l’affidamento del servizio.
Si tratta indubbiamente di un cronoprogramma altamente ottimistico, considerando da quel che emergerebbe che non sia stato del tutto condiviso con l’Autorità Idrica Calabrese, ente di governo d’ambito, e il suo Presidente. Aggiungere a tutto ciò anche l’eventualità prospettata dall’Assessore alla Tutela dell’Ambiente, Sergio De Caprio, di ipotizzare nel prossimo futuro una sorta di Sorical Multiutility, che dovrebbe svolgere un ruolo importante anche nel ciclo integrato dei rifiuti, non può evidentemente non farci pensare alle solite strategie meramente politico-elettorali, perché si tratta di un cammino difficilmente realizzabile nell’immediato, considerando, tra l’altro, che nello specifico caso dei rifiuti, i pochi impianti sono privati e sarebbe non semplice la loro pubblicizzazione.
Siamo dell’idea che questi percorsi andrebbero preventivamente condivisi e discussi anche attraverso il coinvolgimento delle parti sociali che, è bene ricordarlo, da anni non vengono convocate per un confronto sulla materia.
L’ultima richiesta di incontro formulata da Cgil, Cisl e Uil qualche mese fa per discutere delle prospettive del futuro SII calabrese e dell’utilizzo dei fondi europei per l’ammodernamento delle reti vetuste e di tutte le infrastrutture idriche necessarie, è stata ignorata dall’attuale classe politica. Nel merito, crediamo che alle visioni di lungo periodo, più o meno demagogiche, debba contrapporsi una pragmatica, concreta e attuabile strategia di breve termine che sia coerente con i tempi di chiusura di questa legislatura regionale.
Occorre, pertanto, concentrarsi sul riordino del SII consentendo alla Calabria di utilizzare quelle risorse finanziarie necessarie per l’ammodernamento delle infrastrutture acquedottistiche i cui costi, qualora anche questa ennesima occasione venga persa, dovranno essere ripianati dalla fiscalità generale.
Bene, quindi, l’approvazione della delibera della Giunta regionale, ma un indirizzo che non delinei un percorso anche temporalmente definito rischia di essere l’ennesimo specchietto per le allodole, buono solo per rinviare un problema che rimarrebbe sostanzialmente irrisolto.