Un’altra storia di diritti negati che racconta di opportunità cancellate e sogni accantonati per far quadrare i conti, quella che arriva dall’Istituto professionale di Stato ‘Luigi Einaudi’, che su indicazione dell’Ufficio scolastico provinciale di Catanzaro ha comunicato il ‘taglio’ di quattro classi destinate a questi studenti per il secondo periodo didattico, lasciando una sola classe attiva”.
La denuncia arriva dal segretario generale della CGIL Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese e Arnaldo Maruca segretario della FCL CGIL Area Vasta.
“A farne le spese questa volta sono degli adulti che hanno la voglia, il coraggio e la determinazione di riprendere il percorso di studi interrotto, e di farlo a costo di grandi sacrifici – affermano Scalese e Maruca -. Una necessità magari dettata dall’urgenza di rientrare nel mondo del lavoro, per migliorarsi o semplicemente per chiudere cerchio di una fase della vita lasciata a metà. Per ‘mancanza di fondi’, quindi, non saranno più 180 adulti ad avere una seconda occasione per concludere il proprio percorso di studi, ma pochi privilegiati che potranno attingere ad un progetto considerato di grande valenza, visto che puntava a formare gli adulti attraverso i percorsi di studio per i servizi socio-sanitari e per i servizi enogastronomici”.
“Speriamo che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non resti insensibile davanti alla lettera aperta firmata dagli studenti maturi, che si erano messi in gioco e ora hanno dovuto mettere da parte le proprie – affermano ancora il segretario generale della CGIL Area Vasta e il segretario della FLC -. Dall’Unità d’Italia in poi, l’istruzione degli adulti ha assunto una serie di significati differenti, cui hanno corrisposto specifici piani attuativi. Lotta all’analfabetismo, istruzione in chiave di civilizzazione del buon cittadino, formazione professionale, corsi serali e festivi per lavoratori, promozione culturale, università popolari: sono tutte attività educative per adulti che hanno convissuto a lungo, in alcuni casi intersecandosi.
Speriamo anche che siano le istituzioni a mobilitarsi per salvare questo percorso di studi riconoscendo nei fatti, e non solo a parole, il ruolo e le possibilità offerte dalle scuole serali. Non è possibile che nella Repubblica dei tagli siano sempre i lavoratori a farne le spese dimezzando i propri diritti”.