I cervelli non sono più quelli che fuggono e che, per un copione scritto da altri, devono per forza fuggire dalla Calabria e dal Sud.
I cervelli oggi sono quei giovani che, pur formatisi altrove, decidono di non restare fuori per rassegnarsi ad un destino indiscutibile, ma che ritornano per investire nella loro terra contenuti ed esperienze acquisite.
Perché ci vuole cervello, insieme certamente a forza, passione e visione per accorgersi che è qui, sotto i nostri occhi, un patrimonio complessivo di terra, paesaggi, centri storici, identità, storia, cultura, biodiversità e di economia circolare e ecosostenibile che altrove non c’è o non c’è più.
Un patrimonio prezioso che non è più tollerabile immolare sull’altare di miti ideologici, consumistici ed autodistruttivi di progresso che soprattutto al Sud hanno lasciato soltanto macerie e sottosviluppo.
I cervelli non sono più quelli che, lontani dalla loro terra, descrivono la loro regione con rituale nostalgia, come se fosse la pagina di un romanzo da leggere e non vivere, ma tutte quelle nuove generazioni che giorno dopo giorno stanno mettendo in discussione se stessi, genitori, tabù e esortazioni ad emigrare.
Sono quelli che stanno ritornando o che stanno restando in Calabria.
Sono quelli che stanno dimostrando con intelligenza e innovazione, da protagonisti e non da numeri in un ingranaggio asfittico ed illusorio, che non soltanto qui c’è tanto da fare, che non soltanto qui c’è qualità della vita da vendere ma che è soprattutto qui che oggi si può e si deve costruire, più che altrove, ricchezza condivisa.
È stato, questo, il leitmotiv della bella e partecipata esperienza di confronto in piazza, ospitata ieri (venerdì 2) nel borgo di San Donato di Ninea, tra alcune delle numerose dimostrazioni di giovani ritorno manageriale alla terra che oggi più che mai stanno animando tutti i territori calabresi. Da Biagio GAGLIARDI con il birrificio artigianale DE ALCHEMIA di SARACENA a Cristiana SMURRA con BIOSMURRA(realtà aziendale di CORIGLIANO ROSSANO di sole donne) produttrice dell’unico succo 100% di clementine e mandarini in Calabria.
Dall’architetto Francesca FELICE, ideatrice e responsabile del progetto NOSTOS – Rete degli Alberghi Diffusi e Marcatori identitari per i turismi a Gabriele BAFARO giovane archeologo e produttore di ACRI con l’archeovino ACRONEO.
Da Cristina COFONE dell’omonima azienda agricola di ACRI guidata insieme alla sorella, giovani produttrici di formaggi a latte crudo a Luigi CARBONARA di ALTOMONTE giovane titolare della società TRITICUM impegnata nel recupero di cereali antichi autoctoni italiani.
A promuovere l’originale iniziativa, nel quadro dei diversi eventi della 28esima FESTA D’AUTUNNO iniziata lo scorso giovedì 1 e che proseguirà fino a DOMENICA 4 è stata l’Amministrazione Comunale in partnership con la Lenin MONTESANTO – Comunicazione & Lobbying.
Ospitata nel caratteristico teatro naturale dello slargo adiacente piazza ARTUSO, la manifestazione è iniziata con la proiezione in pubblico di un intervento sul ritorno alla terra di Carlo PETRINI fondatore di Slow Food e successivamente del docufilm diretto e montato da Alessandro SCILLITANI dal titolo RITORNO SUI MONTI NAVIGANTI: un itinerario lento che confeziona e suggerisce le storie di viaggio del giornalista e scrittore Paolo RUMIZ nell’Appennino italiano, fino in Calabria.
Provocati e coordinati da Lenin MONTESANTO, oltre al Sindaco Jim DI GIORNO ed a numerosi contributi dal pubblico, sono intervenuti ancheVincenzo TAMBURI, giovane Sindaco di San Basile, tra gli intervistati del docufilm con il progetto UNA CASA A SAN BASILE ed Enzo BARBIERI, tra i volti protagonisti del docufilm, da 50 anni agrichef e pioniere delritorno alla terra e che pochi giorni fa ha concluso l’esperienza di ambasciatore della cucina identitaria e delle produzioni autentiche della CALABRIA ad OSAKA in GIAPPONE.
Con queste iniziative itineranti nell’entroterra – ha concluso Lenin MONTESANTO, citando Franco CASSANO, autore del celebre saggio Il Pensiero Meridiano – contribuiamo a suggerire che le giovani esperienze di ritorno alla terra che stanno aumentando in Calabria hanno le carte in regola per restituire al Sud l’antica dignità di soggetto del pensiero, interrompendo una lunga sequenza in cui esso è stato pensato solo da altri.
Perché il Sud non è un non-ancora Nord, non esiste solo nella prospettiva di diventare altro, di fuggire inorridito da sé per imitare il Nord venti o cento anni dopo, e quindi probabilmente mai.
Il primo passo dell’autonomia sta proprio qui, nella comprensione che il futuro può non essere un inseguimento eternamente incompiuto ed eternamente fallimentare.
Il ritorno alla terra ed all’entroterra è la sola uscita di sicurezza che resta alla Calabria.