In venti anni, infatti, la ricchezza netta familiare media degli anziani ha registrato +3,8% reale, in controtendenza rispetto a quella delle persone fino a 40 anni (-11,9%) e di quelle tra 41 e 65 anni (-13,5%). Per quanto riguarda la ricchezza finanziaria dei longevi, in venti anni è aumentata in termini reali del +6,9%, rispetto a un calo di quasi il 20% di quella delle persone fino a 40 anni e del 17,7% per le persone tra 41 e 65 anni.
Dall’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy emerge inoltre come le persone che hanno compiuto 65 anni siano in aumento: sono 14.177.445 e, rispetto a venti anni fa, con un incremento di 3.323.545 persone (+30,6%). Nei prossimi venti anni, inoltre, si prevede che gli anziani diventeranno 18.953.717, con un aumento di 4.776.272 individui (+33,7%).
L’economia dell’età longeva mette in luce anche il ruolo della pensione: il 65,3% degli anziani ritiene che la sola pensione non garantisca il benessere nella terza e quarta età, idea condivisa dal 74,7% dei giovani e dal 79,1% degli adulti. L’84,6% dei longevi dichiara quindi che, per una vecchiaia serena e in condizione di benessere, è fondamentale nella vita investire bene il risparmio: lo pensano anche l’80,9% degli adulti e il 76,7% dei giovani.
Ma la condizione degli anziani attuali deve molto anche all’efficacia del nostro sistema di welfare. Oggi, però, si assiste al ritorno di finanziamenti al welfare inadeguati rispetto alle dinamiche di invecchiamento, al boom delle cronicità e alla necessità di servizi per eventuali emergenze. In ambito sanitario, ad esempio, per l’84,1% degli anziani nell’ultimo anno è diventato più difficile accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale della propria Regione, a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Il risparmio per gli anziani diventa, così, un vero polmone finanziario a cui ricorrere per pagare servizi e prestazioni sanitarie altrimenti difficilmente accessibili in tempi appropriati.
Per Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, “dall’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy emerge come la ricchezza netta familiare media degli anziani ha registrato un incremento del 3,8% reale, rappresentando un punto di riferimento concreto nel panorama sociale. Occorre, pertanto, sviluppare un’offerta di servizi innovativi per rispondere alle esigenze degli over 65 e tutto ciò può rivelarsi un potente motore per rilanciare la crescita in un Paese, come il nostro, che invecchia, anche attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro”.
Secondo Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, “l’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy mette in evidenza il fondamentale ruolo sociale che la generazione dei longevi svolge nel Paese. Occorre, pertanto, adeguare il sistema di welfare alle dinamiche di invecchiamento della popolazione tenendo conto dell’attuale congiuntura economica particolarmente complessa. In questa prospettiva, la riforma del sistema pensionistico rappresenta un presupposto essenziale per tutelare una generazione che ha contribuito in maniera decisiva al progresso della nostra comunità nazionale”.
Marco Alparone, vicepresidente Regione Lombardia e assessore al Bilancio e Finanza, sottolinea invece come “la Silver Economy rappresenti un asset centrale sul quale occorre investire, tenuto conto dell’aumento dell’aspettativa di vita. Il potenziamento della rete di welfare, l’erogazione di servizi e prestazioni accessibili e, al contempo, la tutela del risparmio restano le sfide più importanti per le amministrazioni locali al fine di salvaguardare il benessere e la condizione economica dei longevi. Abbiamo una generazione che ha investito tutta la vita nel risparmio, costruendo al contempo una famiglia, facendo dei figli. In tal senso, il ruolo del risparmio è diventato un potente motore per lo sviluppo del Paese”.
Per Moreno Zani, Presidente di Tendercapital, “quello che ci consegna l’osservatorio è la fotografia di un gruppo sociale molto forte, dotato di risorse economiche che diventano fondamentali perché la più grande quota di risparmio che l’Italia dovrebbe investire nei settori chiave sta proprio in quella categoria sociale. Quello che emerge è poi questa dicotomia tra la generazione silver e le nuove generazioni, che si sentono un po’ spogliate da quel che hanno loro. Ma con una gestione attenta degli investimenti si potrebbe anche colmare questa divario”.
Secondo Francesco Maietta, responsabile Area Consumer Mercati privati Istituzioni Censis, “la condizione dei longevi in Italia è positiva. Hanno il reddito certo con la pensione, la maggior parte ha la proprietà della casa, e importanti risparmi in quota superiore alle generazioni precedenti e ai giovani. Ma la vera sfida è quella del welfare. Si pensi che l’85% degli anziani dice che nell’ultimo anno ha avuto più difficoltà ad avere prestazioni sanitarie. Di fronte all’erodersi del nostro welfare, quindi, rischiamo di pesare ulteriormente sulla spesa privata, in particolare degli anziani. Quindi questo è uno dei temi da monitorare, insieme alla non autosufficienza, che è l’altro grande bisogno sociale che il welfare non copre. Sono aspetti che creano preoccupazione negli anziani e che dovrebbero diventare priorità anche sul piano della riflessione collettiva”.
Maurizio Grifoni, Presidente Fondo Fon.Te, fotografa invece una situazione in cui “i consumi sono più effimeri, il lavoro più incerto e insicuro. Dobbiamo quindi investire, anche attraverso la previdenza complementare, sul lavoro. Investire sulla produzione, in un’economia circolare e sostenibile. Investire sul lavoro significa fare educazione, formazione costante, continua, rivedere gli schemi educativi per permettere alle nuove generazioni di affrontare il futuro con più tranquillità e magari maggiore autonomia”.