L‘inizio del nuovo anno è sempre carico di bilanci sul passato e di buoni auspici sul futuro. I calabresi, in particolare, si augurano che molte cose possano cambiare in meglio, in maggior modo nella sanità. In un panorama sanitario così complesso e pieno di difficoltà come quello della nostra Regione vi sono, però, delle eccellenze che meritano di essere raccontate. Come quella della U.O.C. di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro diretta dal Prof. Pasquale Mastroroberto,ordinario di Chirurgia Cardiaca dell’Università “Magna Graecia”, che utilizza da tempo moderne tecnologie nel campo della chirurgia cardiaca e ha anche avviato un programma multidisciplinare di assistenza meccanica al circolo, con particolare riferimento al cosiddetto “cuore artificiale” definitivo o in attesa di trapianto cardiaco, nei casi di scompenso cardiaco refrattario ad altre terapie.
Nel fare un bilancio dell’anno appena trascorso sono da rimarcare, innanzitutto, i buoni risultati relativi agli interventi di bypass aortocoronarico e chirurgia delle valvole cardiache certificati dal Programma Nazionale Esiti dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, nonché i riconoscimenti internazionali al sistema organizzativo della Cardiochirurgia del Policlinico Universitario portati da alcuni importanti cardiochirurghi, quali Joseph Coselli, Yutaka Okita, Marc Schepens, Heinz G. Jakob, Thierry Carrel, ospiti dell’Università di Catanzaro lo scorso giugno in occasione del simposio internazionale biennale dedicato alle patologie dell’aorta. Inoltre i dottori Antonio di Virgilio e Giuseppe Musolino, entrambi cardiochirurghi dell’A.O.U. “Mater Domini”, agli inizi di dicembre hanno presentato con successo, al “5th International Coronary Congress” che si è tenuto a New York, una tecnica per la cura dell’infarto senza l’uso della circolazione extracorporea in pazienti ad altissimo rischio di mortalità.
Il professore Mastroroberto tiene a precisare che “La diffusione di questi dati lusinghieri, a conclusione del 2019, è di notevole importanza soprattutto per invitare tutti i calabresi ad avere fiducia in una sanità troppo spesso criticata, a volte anche a ragione.
Recentemente abbiamo messo in evidenza come sia fondamentale puntare a ridurre se non azzerare la migrazione, con un impegno costante da parte di tutte le forze in campo, aziende ospedaliere, operatori sanitari e, soprattutto, la politica regionale che, a mio avviso, deve dialogare con il commissario governativo per far sì che in Calabria finalmente termini lo status di commissariamento della sanità, così come è avvenuto in altre regioni.
Quando, insieme agli due responsabili delle cardiochirurgie calabresi, si è messo in risalto la presenza in Calabria di una rete ospedaliera cardiochirurgica che non ha nulla da invidiare alle regioni del nord, molti utenti sui social hanno manifestato il loro disappunto per servizi sanitari non ritenuti all’altezza e, quindi, il diritto a curarsi altrove. Ebbene, il nostro compito e, ribadisco, soprattutto quello delle istituzioni politiche, deve essere di far sì che tutti abbiano fiducia nei nostri sistemi organizzativi, in modo da abbattere quella barriera di diffidenza che ha radici socio-culturali antiche in tutto il sud-Italia e, in particolare, in Calabria. Il miglioramento dei nostri sistemi sanitari passa anche attraverso la risoluzione di un altro grave problema quale quello del precariato su cui autorità istituzionali e politiche devono necessariamente incidere con maggiore forza, evitando promesse e inutili proroghe, come quella del prossimo 31 gennaio.”