Martedì 13 dicembre si è concluso il ciclo di seminari “RETI: Racconti di Esperienze, Territori, Imprese”, promosso per il 2019 dalla Biblioteca del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. L’incontro conclusivo è stato tenuto dal Prof. Giulio Senes dell’Università di Milano ed ha avuto come tema “Greenways e parchi lineari: il futuro è lento e verde”.
Il Prof. Senes è presidente della European Greenways Association (EGWA) ed ha avuto il compito di illustrare e analizzare le principali esperienze di mobilità verde in Europa. In introduzione, il Prof. Salvatore Di Fazio ha dato una breve presentazione dell’autore e del tema svolto, inquadrandolo all’interno degli ambiti didattici e scientifici che caratterizzano il Dipartimento di Agraria. Questi sono stati posti in relazione con i nuovi curriculum formativi in “Progettazione e gestione delle aree verdi”, recentemente introdotti nei Corsi di laurea di Scienze forestali e ambientali.
Il relatore ha esordito approfondendo il concetto di Greenway per come questo può essere delineato sia a partire dai numerosi contributi scientifici sul tema, sia sulla base delle esperienze e delle norme di settore. Si tratta per lo più di vie di comunicazione a supporto della mobilità non motorizzata, per una utenza universale, di comoda percorrenza, il cui contributo alla sostenibilità delle reti infrastrutturali e dei luoghi di vita è stato riconosciuto sempre più importante.
Senes ha presentato le diverse attività e i progetti nati in ambito EGWA, soffermandosi su diverse esperienze europee. In particolare, è stata approfondita l’eperienza francese. In Francia, all’interno dell’attuale piano nazionale per lo sviluppo delle cosiddette “veloroutes et voies vertes” si prevede una rete di circa 23.000 chilometri di greenways, di cui 15.000 sono già stati realizzati. Azioni e programmi di ampio respiro sono stati parimenti attuati in Belgio, Spagna e Germania, dove è evidente il contributo dato dalla rete delle greenways a nuove forme di sviluppo economico. In Germania, in particolare, il cicloturismo interessa oggi una rete di circa 90.000 chilometri e registra 153 milioni di escursioni giornaliere, cui corrispondono 22 milioni di pernottamenti che portano nei territori attraversati più di 9 miliardi di euro.
Il seminario ha aiutato a vedere come il tema delle greenways si intrecci intimamente con quello della valorizzazione del paesaggio e del patrimonio storico-culturale, dando risposta a domande nuove e chiaramente emergenti nella società: turismo attivo e responsabile; attività ricreative all’aperto; attività fisica e salute; contatto con la natura; accessibilità per tutti, secondo le diverse capacità, abilità e condizioni.
Tra le diverse esperienze presentate, l’attenzione è stata focalizzata sul recupero dei numerosi tratti di ferrovie dismesse attuato per la realizzazione di greenways. Al riguardo, anche in Italia si registrano esperienze significative, realizzate dall’Associazione Italiana Greenways e da altri soggetti analoghi. La rete nazionale delle ciclovie italiane conta oggi uno sviluppo lineare complessivo di poco meno di 6000 chilometri. Essa necessita di una ulteriore implementazione, attuabile grazie alla collaborazione già avviata con Ferrovie italiane e RFI, stanti le buone potenzialità di recupero e rifunzionalizzazione di diversi tratti di ferrovie abbandonati o sottoutilizzati. Senes ha poi sottolineato come, anche per questo tipo di infrastrutture ed esperienze occorra definire e certificare, secondo degli standard riconosciuti, la qualità nelle sue varie declinazioni. In tal senso l’Associazione Italiana Greenways e il Touring Club Italiano hanno recentemente lanciato il progetto Binari Verdi per la certificazione di qualità (con relativo riconoscimento di un marchio) secondo criteri di attrattività, fruibilità, interconnessione, intermodalità, servizi, sicurezza, percorribilità, segnaletica e riconoscibilità.
Infine, trattando delle più avanzate esperienze condotte in ambito USA, il prof. Senes ha sottolineato la necessità di un approccio diverso alla progettazione e riqualificazione degli spazi per la mobilità urbana, cui va applicato il concetto di “Complete street”, ovvero di strade che siano specificamente immaginate per un utilizzo multimodale, e siano “verdi” e smart, così da ridurre drasticamente gli impatti del traffico motorizzato sulla società e sull’ambiente, migliorando la vivibilità dei luoghi. Il tema delle “urban green infrastructures” in futuro sarà sempre più rilevante ed è perciò importante che nelle università italiane gli studenti ricevano, così come accade già a Reggio Calabria e Milano, strumenti adeguati per affrontarlo.
Il seminario ha visto la partecipazione di diversi docenti, studenti, funzionari pubblici e professionisti ed è stato condiviso con l’Ordine dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali della Provincia di Reggio Calabria che ha riconosciuto crediti formativi professionali ai partecipanti.