Il Bollettino ufficiale regionale dice una cosa. Il sito internet della Regione un’altra. Nel mezzo, le associazioni di volontariato e di promozione sociale, che non sanno che pesci prendere.
Sembra scoccare una volta ancora la scintilla del caos all’ombra della Cittadella. Lo denuncia il consigliere regionale Gianluca Gallo, accendendo i riflettori sul bando per il sostegno allo svolgimento di attività di interesse generale da parte di organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale: all’incirca un milione di euro destinato al finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza sociale. «Fino al 2016 – premette il capogruppo della Cdl – il bando è stato gestito direttamente dal Ministero del Lavoro. Dal 2017 è affidato alle cure della Regione e quest’anno non tutto sembra essere andato per il verso giusto».
Prosegue Gallo: «Stando alle numerose segnalazioni che in queste ore stanno pervenendo da associazioni ed organizzazioni, pare esservi una grave discrasia tra quanto scritto sul Burc e quanto invece riportato dal sito ufficiale della Regione. Una diversità di non poco conto, considerato che quanti attingono la notizia attraverso internet rischiano di ritrovarsi nelle condizioni di non poter partecipare al bando».
Il fatto: «Mentre il Bollettino pubblicato il 20 Novembre annuncia che i termini per la presentazione delle candidature decorrono dalla data della stessa pubblicazione, sul sito si leggeva, ancora fino al 27 Novembre, che la pubblicazione non aveva avuto ancora avuto luogo e che la stessa era in itinere, contrariamente a quanto invece realmente accaduto. Due versioni contrapposte, ingannevoli e foriere di pregiudizi per le associazioni come per la stessa Regione, sottoposta non solo ad un’ennesima figuraccia, ma anche al rischio di trovarsi invischiata in contenziosi e richieste risarcitorie». Da qui la sollecitazione dell’esponente della Cdl «a voler rimediare all’errore, prorogando i termini in modo da non compromettere i diritti di nessuno».
Ma non basta: «Sarebbe anche opportuno chiarire – incalza Gallo – chi abbia definito gli ambiti di intervento dai quali i progetti da presentare debbano prendere le mosse, e cosa contempli il piano operativo regionale al quale si rimanda ma di cui scarseggiano informazioni e riferimenti».
In coda, un ulteriore suggerimento: «E’ previsto che, a fronte del milione disponibile a copertura del bando, possano essere sovvenzionate iniziative fino ad un importo massimo di 100.000 euro. Sarebbe forse opportuno ripensare tale scelta, considerato che la necessità di rimediare al caos generato lo consentirebbe, e pensare di abbassare a 50.000 euro il tetto massimo di finanziamento, per garantire la così la fattibilità di un numero maggiore di progetti come del resto avveniva quando la gestione del programma era affidata al Ministero».