Anche il Museo delle Arti di Catanzaro aderisce alla Giornata regionale dei Musei. L’importante struttura museale dell’Amministrazione provinciale, gestita dalla Fondazione Rocco Guglielmo di cui il presidente Rocco Guglielmo è direttore artistico, è tra i 70 musei che hanno aderito all’iniziativa della Regione Calabria finalizzata a coinvolgere i cittadini a riappropriarsi della propria storia attraverso la conoscenza del patrimonio culturale che i musei custodiscono.
Quella del Marca “è un’adesione simbolica, un ulteriore sostegno alla partecipazione e alla promozione della cultura e di ogni forma d’arte che già concretizziamo attraverso una politica di contenimento dei prezzi dei biglietti, proprio per facilitare la fruizione ad ogni fascia di pubblico – ha spiegato Rocco Guglielmo, direttore artistico del MARCA e presidente della Fondazione Rocco Guglielmo -. La Giornata regionale del Musei coincide, domani 24 novembre, con l’inaugurazione di una importante mostra, quella di Antonio Saladino dal titolo “Reperti contemporanei” che anticipa di una settimana l’allestimento di portata internazionale di Wolfram Ullrich, in calendario il 1 dicembre sempre alle 18.30”.
Gli spazi espositivi del museo MARCA, infatti, dal domani pomeriggio al 19 gennaio 2019, ospiteranno la mostra personale di Antonio Saladino, promossa dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e dalla Fondazione Rocco Guglielmo.
L’esposizione, curata da Teodolinda Coltellaro e intitolata ”Reperti contemporanei”, proporrà alla visione oltre 50 opere scultoree in ceramica, impreziosite da patine e inserti policromi, attraverso cui l’artista declina la sua ricerca linguistica in una raffinata narrazione visiva ricca di suggestioni evocative sospese tra arte e archeologia. Nella dimensione museale, i suoi frammenti figurali, i corpi, gli oggetti ceramici si offriranno allo sguardo del fruitore che ne potrà cogliere la struttura formale, la capacità narrante, scoprendo nella loro identità scultorea contemporanea, la loro derivazione segnica che affonda nella densità del tempo storico. Infatti, “(…) quelli di Saladino – scrive la curatrice nel suo testo critico – sono reperti senza cronologia, senza storia che narrano di storia, che declinano antiche seduzioni suggerendone di nuove attraverso la propria unicità di manufatto artistico realizzato nei modi e nei riferimenti linguistici della contemporaneità.
Possono definirsi reperti contemporanei con una stratificazione sedimentaria “a venire” che, nella sovrapposizione di elementi segnici significativi, riconducono alle tracce della storia e alla storia della loro genesi creativa, indicando in ciò stesso la loro leggibilità di opera. Essi sono straordinari e ingannevoli nella loro raffinata sintassi scultorea in ceramica. Sono oggetti di un mondo disperso, spesso torsi mutili, personaggi di una narrazione polifonica che, su più piani, raccontano la storia stessa dell’uomo; riemersi dalla profondità del tempo così come sarebbero potuti affiorare dagli strati di uno scavo archeologico.
L’artista li ha disseppelliti dalle misteriose profondità del proprio essere, dalle pieghe più riposte del proprio io, dalle modulazioni di se stesso e delle proprie memorie; li ha ripuliti con cura dalle incrostazioni prodotte dal tempo, ne ha recuperato la partitura essenziale, disposto e ridisposto i segni identificativi secondo un ordine nuovo suggerito dal proprio pensiero ispirato, dispiegando per essi un destino diverso, sottraendoli così al comune destino delle cose e affidandoli al tempo e al destino dell’opera d’arte.
In questo processo di reificazione, ha dato ad essi identità formale e forza narrante attraverso uno scavo condotto nella loro stessa materia costitutiva densa di richiami al tempo storico, giungendo, nella ricerca di una loro verità più alta e sostanziale, fin alle radici del suo mondo immaginativo.
Egli, innescando un processo rigenerativo che ha necessità di forma, ha dato corpo e sostanzialità di opera alla narrazione dell’eterno vagare dello spirito nella ritessitura di momenti essenziali della sua storia, costruendo una contemporaneità frammentata che è memoria di sé e del mondo(…)”.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano/inglese), edito da Silvana Editoriale per la collana “I Quaderni del Marca”, contenente i testi critici di Teodolinda Coltellaro e Alice Traforti ed un apparato biobibliografico dell’artista.