Dopo aver annunciato lo stanziamento di nove milioni di euro in tre anni per l’aeroporto di Crotone, il ministro Toninelli fa marcia indietro e sferra un colpo mortale allo scalo pitagorico”.
E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia, on. Wanda Ferro, con riferimento alla nota inviata alla Regione Calabria dalla Direzione generale per gli aeroporti, rispetto al pagamento degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei da e per l’aeroporto di Crotone”.
“Il ministero – spiega l’on. Ferro – esprime perplessità per la scelta di collegamenti con Roma e Milano, già serviti dall’aeroporto di Lamezia.
Tra l’altro, richiamandosi ad un report della Corte dei conti dell’Unione Europea, considera l’aeroporto di Crotone come una duplicazione del ‘vicino’ aeroporto di Lamezia, come se appartenessero allo stesso bacino di utenza, e calcolando un tempo di percorrenza di 62 minuti fra i due aeroporti. Una circostanza che, come risulta allo stesso Ministero, non corrisponde al vero, essendo i tempi di percorrenza almeno doppi rispetto a quelli indicati, poiché buona parte degli 88 chilometri di distanza tra i due aeroporti corrono sulla vecchia e pericolosa statale 106, in un tratto che attraversa numerosi centri abitati, e rispetto alla quale il governo non ha ancora neppure immaginato l’ammodernamento. Il ministero inoltre boccia l’opzione Milano, considerandola un eccesso di offerta in ragione dei servizi garantiti su Bergamo, e dei collegamenti già garantiti da Lamezia Terme e Reggio Calabria.
Altrettanto inopportuna viene giudicata la scelta di un collegamento con Torino, mentre tra le possibili destinazioni potrebbe rimanere solo quella ipotizzata di Venezia. Insomma una bocciatura totale dal ministero per il ruolo dell’aeroporto di Crotone, per i cui oneri di servizio pubblico erano stati stanziati 13 milioni di euro”. “Chiedo a questo punto al governo – prosegue Wanda Ferro – quali siano le reali intenzioni rispetto all’aeroporto di Crotone, alle cui sorti sono legate buona parte delle possibilità di sviluppo di un enorme comprensorio che si estende dal Crotonese verso la Sibaritide, e che è fortemente penalizzato da una viabilità ferma al dopoguerra.
A nulla serve convocare in Calabria un Consiglio dei ministri, se poi le politiche di questo governo si limitano a provvedimenti terzomondisti, fatti di solo assistenzialismo e di nessun concreto investimento su quelle infrastrutture necessarie per consentire a questa regione di crescere con le proprie gambe, di diventare competitiva e di consentire alle proprie imprese di creare sviluppo e lavoro vero”.