Nell’intraprendere nuovamente questo cammino, che coincide anche con un momento importante per la cedricoltura, mi sono posto una domanda: quali azioni sono ancora necessarie per lo sviluppo del comparto cedricolo e per la tutela del nostro Cedro?

Non riesco a stabilire una serie di punti prioritari, perché, a mio avviso, sono tutti di estrema importanza: ottenimento della certificazione D.O.P. per il Cedro di Santa Maria del Cedro, ampliamento delle superfici cedricole, diversificazione della linea dei prodotti, concentrazione dei processi di trasformazione in loco, ridefinizione dei parametri della cedricoltura, ricerca ed innovazione scientifica. Ritengo che le azioni intraprese finora abbiano seguito questo indirizzo, e contribuito, allo stesso tempo, allo sviluppo del comparto cedricolo e dei settori strategici del nostro territorio: turismo, cultura, enogastronomia. I rapporti istituzionali intrapresi, poi, con le comunità ebraiche, hanno confermato il ruolo centrale del Consorzio del Cedro di Calabria nell’attivazione di politiche di intervento volte all’internazionalizzazione dell’immagine del nostro Cedro nel mondo, oggi conosciuto, sia in Italia che all’estero, per le sue proprietà intrinseche e per la sua forte valenza culturale, divenendo un simbolo di pace e di confronto interculturale.

Ho scelto di interessarmi di cedricoltura per pagare un debito di riconoscenza nei confronti dei miei genitori, che per me rappresentavano (e la loro memoria rappresenta tutt’ora) la voce di tutti i cedricoltori. Loro, come gli altri, hanno affrontato le medesime problematiche, una tra tutte l’azione vessatoria e speculativa dei commercianti che operavano fuori regione a danno dei coltivatori di tutto l’Alto Tirreno cosentino. Quando ho pensato alla costituzione del Consorzio avevo bene in mente la strada da intraprendere per liberare i cedricoltori dal giogo dei potenti, e per fare del Cedro il principale volano di sviluppo economico e sociale della nostra terra.

È bene ricordare che negli anni 2000 la cedricoltura era in ginocchio, i contadini erano sfiduciati e si era perso ogni interesse per il Cedro. Nello stesso anno, per evitare che questa coltura-cultura millenaria svanisse nel nulla, vennero costituite le due realtà rappresentative del Cedro sul territorio, nei due rispettivi ambiti di interesse colturale e culturale: il Consorzio del Cedro di Calabria e l’Accademia Internazionale del Cedro. Fu, però, l’anno 2017 il banco di prova per tutti coloro che vivevano di cedricoltura, e per lo stesso Consorzio; è servito soprattutto a me stesso per comprendere se stavo guidando l’Ente consortile nella direzione giusta.

Nell’inverno dello stesso anno la morsa del gelo colpì il nostro territorio, causando la morte della quasi totalità delle piante di Cedro. Insieme ad esse, di conseguenza, svanì ogni speranza di guadagno per i cedricoltori. Seguirono momenti di grande sconforto ed i coltivatori si trovarono di fronte ad una scelta dettata dalla necessità: abbandonare i campi o credere ancora nel Cedro. Contrariamente ad ogni logica di profitto, prevalse l’amore per il Cedro e per la nostra terra. Questo sentimento forte, radicato nel cuore di ogni singolo cedricoltore dell’area, spinse tutti noi a credere ancora nelle potenzialità di questo sistema. Se in quel momento i cedricoltori scelsero la strada del Cedro, lo si deve anche alle azioni di tutela messe in campo dal Consorzio del Cedro di Calabria.

Rispetto al passato, oggi il Cedro parla un linguaggio universale e rappresenta un’opportunità concreta di crescita e sviluppo per tutto il territorio. La costituzione del Museo del Cedro di Santa Maria del Cedro, la nascita di una rete commerciale di operatori denominata “La Via del Cedro di Calabria”, l’Accademia Internazionale del Cedro, gli incontri istituzionali con il mondo ebraico, le manifestazioni culturali e fieristiche, sono la prova tangibile che qualcosa è cambiato, che tanto è stato fatto. La nostra realtà consortile non è che la sintesi di volontà plurime, di desideri e di progetti che, attraverso le nostre azioni di promozione, tutela e valorizzazione, hanno trovato e troveranno riscontro.

Lavoreremo fin da subito per portare avanti progetti avviati e per raggiungere nuovi e qualificanti obbiettivi, tra i quali mi piace ricordare l’adesione del Museo de Cedro di Santa Maria del Cedro al Sistema Museale Nazionale, la costituzione della Cittadella del Cedro, l’implementazione del sistema d’area della Riviera dei Cedri, attraverso un programma intersettoriale e, soprattutto, un patto sulla cedricoltura che si terrà in Piazza Casale (ex Piazza del Popolo), nel centro storico di Santa Maria del Cedro, luogo simbolo della storia moderna della cedricoltura.

È vero che la strada è ancora lunga e che tanto c’è da fare, ma oggi iniziamo a raccogliere i primi frutti di vent’anni di lavoro. Ringrazio tutti i soci per la fiducia accordatami nel designarmi nuovamente come Presidente del Consorzio del Cedro di Calabria. Da parte mia confermo la volontà di operare in nome e per conto di tutti i cedricoltori della Riviera dei Cedri e, soprattutto, per il bene del nostro Cedro.

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