e È stata inviata oggi al Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, una lettera a firma del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, e della presidente regionale, Anna Parretta, per porre l’attenzione su una vicenda molto rilevante, sotto il profilo ambientale, per il futuro della Calabria. Si tratta della proposta di Legge n. 117/XII dal titolo “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità”, a firma dei consiglieri regionali Antonio Montuoro e Pierluigi Caputo, un testo normativo che avrebbe dovuto essere innovativo e colmare i limiti della mancata applicazione della legge regionale vigente in materia, n. 10/2003, adeguandosi alle indicazioni della U.E. in una fase storica che vede il nostro Paese impegnato nella difficile lotta per frenare la perdita di biodiversità indotta dalla crisi climatica in corso. Nulla di tutto questo.

Nonostante l’invio da parte dell’Associazione ambientalista di ben 33 emendamenti sulla proposta di legge, inviati un mese e mezzo prima della scadenza dei termini, lo scorso 5 aprile la IV Commissione Ambiente e Territorio della Regione Calabria ha approvato il testo normativo senza compiere alcun esame o valutazione sugli emendamenti presentati da Legambiente Calabria ed il relativo testo ancora non è neppure stato pubblicato sul sito della Regione Calabria.

L’iter normativo sta quindi procedendo nonostante tali circostanze rappresentino un chiaro vulnus per Legambiente e, a nostro avviso, per la collettività calabrese vista la carenza di democraticità e trasparenza, evidente dalla mancanza di un esame approfondito degli emendamenti in oggetto.

La nuova norma, infatti, non solo non rappresenta un passo in avanti sulla disciplina regionale per le aree protette già prevista dalla legge n. 10/2003, non appare adeguata a potenziare il sistema regionale delle aree protette e compromette i meccanismi di partecipazione, ma appare avere  l’obiettivo indiretto, senza che sussista alcuna motivazione di merito, di mettere in discussione l’attuale gestione della Riserva naturale regionale Valli Cupe, attualmente affidata a Legambiente Calabria con la previsione, in particolare all’articolo 80, di parametri temporali ingiustificati (10 anni). Soprattutto se si considera che la Riserva regionale Valli Cupe è l’unica area protetta istituita grazie alla legge n. 10/2003 e che le altre Riserve precedentemente affidate a un’associazione (Foce Crati e Lago di Tarsia) risalgono al 1990. Senza considerare l’evidente paradosso delle nuove aree protette recentemente istituite con legge regionale e nelle previsioni affidate ad associazioni.

La gestione della Riserva naturale regionale Valli Cupe da parte di Legambiente, associazione ambientalista nota e consolidata in tutto il Paese con una esperienza di 40 anni nella gestione delle aree protette, è sempre stata improntata alla massima trasparenza ed efficacia gestionale attraverso l’adozione di modalità gestionali rispettose del territorio e della collettività, poste in essere in stretta interazione, collaborazione e sinergia con tutte le amministrazioni locali.

Con la presentazione degli emendamenti proposti, Legambiente Calabria ha inteso contribuire a migliorare il testo normativo in oggetto, collegandolo alla Rete ecologica regionale ed alla strategia per gli appennini ed intendendo offrire alle associazioni ed ai comitati la possibilità di proporre l’istituzione di nuove aree protette, di inserire i Monumenti naturali ed i parchi urbani tra le tipologie di aree protette regionali, indicando anche una prima lista di aree di reperimento da istituire entro il 2030.

Inoltre, sono stati previsti strumenti come il Piano triennale per le aree protette, l’Osservatorio regionale per la biodiversità, il Comitato tecnico scientifico e la Consulta del parco per migliorare la programmazione e la partecipazione dei cittadini alla gestione delle aree protette.

Legambiente si vede quindi costretta a ribadire il proprio complessivo giudizio negativo sulla norma che, inadeguata nella formulazione, non ha inteso non solo recepire, ma a monte addirittura neppure esaminare gli emendamenti migliorativi proposti con l’unico obiettivo di rendere più efficaci le norme per le aree protette.

Legambiente si rivolge dunque al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, confidando nella sua attenzione affinché eviti che siano mere dinamiche politiche che fuoriescono dall’alveo della tutela dell’ambiente e della biodiversità, o incomprensibile acrimonia verso la nostra associazione, a comportare l’approvazione del testo normativo in oggetto senza una valutazione delle lacune ed incongruenze ivi contenute e da noi evidenziate nell’auspicio che nell’interesse collettivo, la proposta di Legge n. 117/XII dal titolo “Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità” venga rivista e non avallata dalla Regione Calabria.

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