Dopo quanto avvenuto nel comune di Pizzo, dove  “una donna proveniente dal Nord è stata sottoposta ad isolamento e al termine dello stesso, non essendo stata sottoposta a tampone né ad altre indagini sanitarie, ha scoperto di essere positiva e portatrice del virus covid-19, creando nella cittadina una situazione di allarme perché la donna, pur avendo portato a termine il periodo di quarantena ha avuto contatti con altre persone”, il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo misto) ha scritto ai Ministri della Salute e degli Affari regionali nonché alla Presidente della Regione Calabria.

Pitaro richiede che si proceda tempestivamente  alla modifica o all’integrazione delle ordinanze emesse fin qui, prevedendo “che a seguito del completamente del periodo di isolamento-quarantena le persone siano obbligatoriamente sottoposte a tampone o altre indagine sanitaria dirette ad escludere con certezza che le stesse siano portatrice del virus covid-19”. Nell’istanza, il consigliere regionale ricorda che il Ministero della Salute ha emesso l’ordinanza del 21/2/2020 con cui ha previsto all’art. 1 che “E’ fatto obbligo alle autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva covid-19. E’ fatto obbligo a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente. Acquisita la comunicazione di cui al comma 2, l’autorità sanitaria territorialmente provvederà all’adozione della misura della permanenza domiciliare con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizioni ostative, di misure alternative di efficacia equivalente”. Inoltre, il consigliere regionale ricorda  che “sulla scia della detta ordinanza del Ministero della Salute anche il Presidente della Regione Calabria ha adottato misure dirette a contenere la diffusione del covid-19 (ordinanze nn. 1/2020 e 3/2020) e che, più precisamente, con le dette ordinanze è stato disposto che “A chiunque arrivi in Calabria o vi abbia fatto ingresso negli ultimi quattordici giorni dopo avere soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e: – nella Regione Lombardia – nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia dove è stata dimostrata la trasmissione locale del virus si applica la misura della quarantena obbligatoria con sorveglianza attiva”.

Deducendo che nessuna delle ordinanze (del Ministro e della Regione) prevede che al termine dell’isolamento i soggetti siano sottoposti a tampone o alle dovute indagini sanitarie dirette ad escludere con certezza che tali soggetti non siano portatori del virus e che  tale omessa previsione è grave, perché è possibile che un soggetto posto in isolamento, pur non presentando sintomi, sia tuttavia portatore del virus e, conseguentemente, una volta finito il periodo di isolamento senza essere sottoposto ad indagini sanitarie può trasmettere il virus, come  avvenuto nel Comune di Pizzo”, Pitaro chiede “un intervento urgente per affrontare situazioni che possono far correre seri rischi ad intere comunità”.

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