È tempo di riaperture, di programmare le vacanze estive, per rimettere in moto la macchina del turismo, e di tornare a respirare dopo mesi di restrizioni, misure di contenimento e divieti.

Il documento che consentirà alla popolazione italiana di condurre, finalmente, una vita verosimilmente normale è il Green Pass.

Si tratta di una certificazione introdotta dal decreto anti-Covid del 22 aprile 2021, necessaria per potersi spostare tra Regioni in fascia di colore arancione o rossa, anche se attualmente l’Italia è quasi tutta gialla, per poter prendere parte a matrimoni, concerti ed altri eventi tra cui, probabilmente, le serate organizzate nelle discoteche. Inoltre, sarà possibile visitare gli anziani nelle Rsa.
Dal 15 giugno, data prevista per il via libera ai banchetti nuziali, gli invitati dovranno essere in possesso della certificazione verde per condividere con gli sposi il loro giorno speciale.

Il Pass serve per dimostrare di essere stati vaccinati o di essere guariti dal Covid, ma anche di aver effettuato un tampone, con esito negativo, nelle 48h precedenti allo spostamento.
Il Green Pass è già disponibile in alcune ragioni, ma per la sua ufficiale entrata in vigore è necessario aspettare la definizione degli ultimi dettagli da parte del Ministero della salute.

Il Certificato è valido a partire dalla seconda somministrazione di vaccino – ovviamente qualora fosse inoculato il monodose Johnson & Jhonson questa regola non sarebbe valida- ed è disponibile sul fascicolo sanitario elettronico a cui si accede tramite Spid. Per quanto rigurda il certificato di avvenuta guarigione dal virus, il Garante della privacy non ha ancora fatto chiarezza.

La durata del Green Pass per chi ha ricevuto sia la prima che la seconda dose del siero anti covid è stata spostata da 6 a 9 mesi. Ma c’è di più. È stato deciso di rilasciare la certificazione contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino, con validità dal «quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale».
La durata della certificazione verde in caso di recupero della salute resta di sei mesi a partire dall’avvenuta guarigione dal Covid. In caso di tampone negativo, il certificato ha una validità di 48 h dall’effettuazione del test rapido o molecolare.

La validità del Pass varia in base al vaccino a cui si è stati sottoposti: per quanto riguarda Astrazeneca, il green pass ha una durata di circa un anno, dal momento che la seconda dose viene effettuata a distanza di quasi tre mesi dalla prima. Per chi riceve Johnson &Johnson il certificato vale nove mesi. Coloro i quali hanno ricevuto o riceveranno Pfizer o Moderna la validità è intermedia, poiché tra una dose e l’altra trascorrono circa 40 giorni.

Il certificato non è soggetto ad alcun costo. Resta fermo il fatto che qualora si ricorresse ad un tampone molecolare o ad un test rapido il prezzo medio è compreso tra i 60 e 100 euro per il primo, e tra i 30 e i 40 euro per il secondo.

Anche i minori dovranno entrare in possesso del Green Pass, ma solo dopo aver eseguito un tampone o attestando l’avvenuta guarigione, non essendo soggetti inclusi nella vaccinazione.

Quanto fino ad ora illustrato vale per il Green Pass italiano. Per quanto concerne quello europeo, al momento, sappiamo che i governi si stanno “armando” per creare un apparato che consentirà di spostarsi, da fine in giugno in poi, esibendo un semplice QR Code. I dettagli sono ancora in via di sviluppo e perfezionamento ma l’iter di emissione non dovrebbe essere molto diverso da quello messo a punto dal governo Draghi.

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