Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, unitamente a Natale Mazzuca, vicepresidente nazionale di Confindustria (delegato alle Politiche strategiche per il Mezzogiorno); Giovan Battista Perciaccante, presidente Confindustria Cosenza; Domenico Vecchio, presidente Confindustria Reggio Calabria; Rocco Colacchio, presidente di Confindustria Vibo Valentia; Mario Spanò, presidente Confindustria Crotone; Daniele Diano, presidente Comitato Piccola Industria Unindustria Calabria; Umberto Barreca, presidente Gruppo Giovani Imprenditori Unindustria Calabria; e Roberto Rugna, presidente di Ance Calabria hanno diffuso un appello ai candidati calabresi alle elezioni europee dei prossimi 8 e 9 giugno affinché condividano le istanze contenute nel documento “Fabbrica Europa”, reso noto da Confindustria nei mesi scorsi: «Il mondo confindustriale lavora da anni per un’Europa più prospera, equa e sostenibile, in altre parole: più competitiva – scrivono -. Nella piena consapevolezza che il futuro dell’Europa sia legato al Rinascimento dell’industria europea, quindi a una sfida globale che può essere vinta solo puntando su una rinnovata competitività della nostra industria, il Parlamento europeo che sarà eletto nel prossimo giugno dovrà prendere decisioni vitali per l’Unione Europea su delicate questioni di carattere internazionale che, fin qui, hanno già dimostrato di avere ripercussioni specifiche e dirette sui singoli territori, sulle singole aziende, sui singoli cittadini. Temi che hanno un impatto forte sul quadro economico nazionale e di più sull’economia ancora fragile della Calabria».

«Le proposte di Confindustria per un’Europa economicamente competitiva mirano a riportare al centro delle politiche di sviluppo dell’industria nel suo senso più ampio. Il contesto internazionale vede Cina e Stati Uniti viaggiare convintamente verso il sostegno all’industria, ecco perché l’Europa non può e non deve rimanere indietro su questo tema altrimenti sarà spettatrice dello sviluppo, della crescita sociale ed economica che si prospetta. Dovrà quindi credere nell’industria pur mantenendo ben saldi i tre pilastri fondamentali che segnano il perimetro in cui le moderne politiche industriali devono muoversi: sostenibilità, innovazione e inclusione, che si sostanziano nelle linee di investimento in politiche digitali, transizione ecologica e infrastrutture già tracciate dal Pnrr. A questi, poi, bisogna aggiungere quarto pilastro, un’ulteriore e importante prospettiva di transizione: quella sociale, da declinare attraverso politiche di coesione, di contrasto alle diseguaglianze, di riduzione dei divari territoriali e a sostegno della crescita inclusiva, perché nessuno resti indietro, ma tutti possano contribuire allo sviluppo», hanno aggiunto i rappresentanti dell’intero comparto industriale calabrese.

«Come si vede – hanno concluso –, “Fabbrica Europa” non è un documento di settore, dedicato solo a sostenere gli interessi di una parte della società: le industrie, adeguatamente stimolate e calate nei contesti sociali adatti, svolgono un ruolo determinante nella crescita dei territori e nell’affermazione personale dei lavoratori, ecco perché è importante e giusto rimettere al centro dell’agenda politica proprio l’industria con le enormi ricadute positive che essa è capace di determinare».

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