Il MIC di aprile si è attestato su un valore stimato di 18,1 punti, in crescita di quattro decimi di punto rispetto a marzo. In linea con quanto rilevato negli ultimi mesi l’andamento del MIC è derivato esclusivamente dalle variazioni registrate sul versante dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, la disoccupazione estesa è, infatti, sostanzialmente stabile da un semestre.

Il dato di aprile, che si inserisce in un contesto congiunturale caratterizzato da luci e ombre, conferma le difficoltà, già segnalate in passato, di incidere significativamente e strutturalmente sull’area del disagio sociale in assenza di un’evoluzione più dinamica del mercato del lavoro.

I progressi rilevati negli ultimi anni sul versante dell’occupazione non sono stati, infatti, sufficienti a ridurre il numero di disoccupati. La tendenza ad una partecipazione sempre più attiva al mercato del lavoro ha di fatto mantenuto negli ultimi tre anni il numero di disoccupati su valori prossimi ai tre milioni.

Ad aprile il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato all’11,2%, in modestissima crescita rispetto a quanto rilevato il mese precedente e sostanzialmente in linea con i valori degli ultimi 12 mesi.

Il dato è sintesi di un miglioramento sul versante degli occupati, +64mila unità rispetto a marzo e +215mila su base annua, e di un peggioramento dal lato delle persone in cerca d’occupazione, +17mila unità rispetto al mese precedente e +24mila rispetto allo stesso mese del 2017.

A completare il quadro si sottolinea come la CIG, pur continuando a mostrare un andamento favorevole, ha segnalato, ad aprile, una riduzione su base annua meno significativa rispetto ai mesi precedenti (-15,4% a fronte del -38,7% del primo trimestre). Questa dinamica ha continuato a determinare una riduzione, in termini tendenziali, delle ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA. Anche sul fronte degli scoraggiati si stima il permanere di una tendenza alla riduzione sia nei confronti di febbraio, che dello stesso mese del 2017.

Il combinarsi di queste dinamiche ha portato ad una stabilità, in termini congiunturali, del tasso di disoccupazione esteso e ad una riduzione di tre decimi nel confronto annuo (tab. 1).

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Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dell’1,4% su base annua, in aumento di quattro decimi di punto rispetto a quanto rilevato a marzo.

La figura 1 mostra le due componenti del MIC (in rosso l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto ed in blu la disoccupazione estesa), mentre l’ingrandimento riporta l’andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi dieci mesi.

 

Tabella 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia

anno disoccupazione ufficiale (%) disoccupazione estesa (%) * Δ% prezzi-alta frequenza di acquisto MIC*
2007 6,1 7,9 2,9 12,1
2013 12,1 15,7 1,6 21,1
2014 12,6 16,4 0,3 21,0
2015 11,9 15,6 -0,2 19,6
2016 11,7 14,8 -0,1 18,6
2017 11,3 13,9 1,7 18,8
2017- IV trim 11,1 13,6 1,6 18,4
2018-I trim. 11,1 13,6 0,8 17,7
2017-Giugno 11,1 13,9 0,9 18,2
2017-Luglio 11,3 14,0 0,9 18,4
2017-Agosto 11,2 13,8 1,0 18,2
2017-Settembre 11,1 13,7 1,3 18,3
2017-Ottobre 11,1 13,7 1,7 18,5
2017-Novembre 11,1 13,6 1,7 18,4
2017-Dicembre 11,0 13,6 1,5 18,4
2018-Gennaio 11,2 13,6 1,3 18,2
2018-Febbraio 11,1 13,5 0,3 17,3
2018-Marzo 11,1 13,5 0,8 17,7
2018-Aprile 11,2 13,5 1,4 18,1

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l’Italia su dati ISTAT ed INPS.

Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. * I dati degli ultimi quattro mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3).

 

Figura 1: Misery Index Confcommercio (MIC)

Il Misery Index Confcommercio (MIC) misura mensilmente il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.

Gli scoraggiati inclusi nel calcolo della disoccupazione estesa utilizzata per la stima del MIC sono definiti come coloro che: (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle due settimane successive a quelle dell’intervista, (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell’intervista.

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