Tra poche settimane, si sarà conclamata la devastante recessione economica e le imprese italiane saranno già  tramortite perché il decreto del governo “Cura Italia” avrà, anche a motivo della sua attuazione con circolari e interpretazioni ministeriali varie, una lunghissima gestazione pratica.

Le banche, che adesso si limitano a sospendere le rate dei prestiti, non saranno più in grado di erogare nuovi crediti e di sostenere l’economia reale con la necessaria liquidità

Succederà, quindi, che decine di migliaia di imprenditori, strozzati dai debiti – di natura fiscale e previdenziali oltre che quelli con i fornitori – si troveranno davanti a un bivio: chiudere, restando con debiti spaventosi oppure provare ad andare avanti, coraggiosamente.

Corriamo il rischio di perdere intere aree produttive, di veder collassare il turismo e, conseguentemente, tutti i settori collegati, dai trasporti ai servizi

Per evitare che tutto ciò accada, da parte del governo, uno sforzo straordinario per assicurare sostegno alle imprese italiane, specie quelle più piccole. Serviranno incentivi fiscali, fondi di garanzia per il credito bancario, investimenti pubblici, snellimento della burocrazia e una giustizia civile più veloce». Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, commentando il decreto “Cura Italia” varato dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

 

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