La Calabria non Deve chiudere. Non c’è alcuna ragione vera per dichiarala zona rossa

Se la Calabria sarà decretata zona rossa al pari della Lombardia e del Piemonte sarà un atto irresponsabile.

In qualità di presidente di Confapi Calabria e a nome delle piccole e medie imprese calabresi, lancio un grido d’allarme pretendendo risposte chiare ad una semplice domanda:

Se chiudono la Calabria non per il dilagare dei contagi ma perché sono insufficienti i posti letto nei vari ospedali, chi è colui o coloro che in questi mesi dovevano provvedere ad incrementare i posti letto e non l’hanno fatto?

La domanda è semplice che richiede una risposta altrettanto semplice indicando il responsabile di colui o di coloro che dovevano provvedere e non l’hanno fatto.
Rischiando di far pagare oggi alla Calabria un prezzo insopportabile da chi ha ridotto la sanità pubblica regionale a brandelli.

Pongo a voi che avete deciso il destino amaro e sofferente di questa terra alcuni interrogativi.
Può essere che una regione con 200 casi al giorno sia trattata allo stesso modo di chi ne ha 7/8000 casi?
Si possono abbassare le serrande di tante attività commerciali perché in Calabria non hanno incrementato i posti letto in terapia intensiva?
Si può chiudere perché il rapporto tra posti letto e malati Covid-19 è insufficiente?
Entrare in zona rossa per la Calabria significherà distruggere l’intero tessuto economico calabrese, già zoppicante.

Significherà provocare malcontento popolare e disagio sociale, con rischi enormi di tenuta. Per di più in presenza di indici di valutazione che sono del tutto indimostrati.
Tutto questo è il prezzo che pagheranno i calabresi.
A questo punto qualcuno dei decisori politici ci venga a spiegare perché siamo dovuti arrivare a questo.
Vogliamo sapere nome e cognome di chi non ha adempiuto nel tempo a fare il proprio dovere.

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