Apprendiamo, a mezzo stampa, i risultati dell’incontro tra la dott.ssa Latella e le rappresentanze sindacali: GGIL, Cisl ed Uil.

In tale riunione si è ribadito che “Non esiste alcuna preclusione della struttura commissariale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro nei confronti della clinica cardiologica Sant’Anna Hospital, tanto da non corrispondere al vero quanto emerso in questi giorni da indiscrezioni giornalistiche in merito alle intenzione dell’Asp di non firmare il contratto di servizio 2021.

Si tratta solo di rispettare i tempi tecnici imposti dalla rideterminazione del Piano del fabbisogno e quanto richiesto dal commissario ad acta per la sanità, Guido Longo, in merito ad una serie di attività di verifica relative alle strutture pubbliche e private”.

Riteniamo che tali affermazioni costituiscano un ulteriore tentativo di far confusione nell’opinione pubblica e, nel contempo, siano irrispettose della verità dei fatti concludenti che, nel prosieguo, ci accingiamo a illustrare.

– Il commissario ad acta, nelle varie interlocuzioni istituzionali, non ultimo la seduta di ieri in consiglio regionale, ha affermato che il Sant’Anna Hospital è una struttura autorizzata ed accreditata secundum legem; per tale motivo deve essere contrattualizzata.

– Non esistono atti documentali con cui la struttura commissariale abbia chiesto una rideterminazione del fabbisogno sanitario; di contro , il DCA n 49 ha eseguito una ridistribuzione del fondo sanitario destinato all’ospedalità privata accreditata; nella quota destinata all’Asp di Catanzaro è compreso anche l’acquisto delle prestazioni sanitarie, erogate dal Sant’Anna Hospital che quotano la copertura di circa il 35% del Lea cardiovascolari.

L’articolazione e l’analisi del fabbisogno assistenziale, nei vari settings, sono stati determinati da un’ approfondita verifica della realtà sanitaria e sociosanitaria territoriale, derivante anche dal coinvolgimento attivo delle ASP, in quanto committenti delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie; l’ASP di Catanzaro ha riscontrato il fabbisogno con propria valutazione e proposta del 16 febbraio 2021 n. 0023163 e pec di precisazione del 16 marzo 2021; in tale documento è formulata l’acquisizione delle prestazioni anche per il Sant’Anna Hospital; in data 17 marzo l’ASP di Catanzaro, con modalità irrituale e fuori norma, ha inviato richiesta di disponibilità all’acquisto di “prestazioni Utic di cardiologia interventistica e cardiochirurgia ai nosocomi pubblici sia del catanzarese che del Reggino.

Tale modalità operativa, suffragata da inadeguato “parere favorevole” del direttore amministrativo e del direttore sanitario”, determina non solo un grave squilibrio dell’offerta pubblico/privato, sottraendo l’offerta del Sant’Anna, ma anche un’alterazione dei meccanismi remunerativi riconosciuti dalla legge (l’ospedale pubblico è pagato per funzione e non per prestazione) e non ultimo, una grave distorsione della quota pro-capite del cittadino insistente nell’ASP di Catanzaro, al quale verrebbe sottratta parte della quota capitaria a favore di altri territori regionali.

– I tempi tecnici sono dettati dal DCA n 49 che ha fissato come termine perentorio di firma dei contratti il 31 marzo; il rispetto di tali termini rientra tra i compiti specifici attribuiti alla commissione straordinaria con DCA n 24/02/2021 che la terna ha puntualmente disatteso.

– E’ stato deliberato l’acquisto di un angiografo per l’ospedale di Lamezia per tentare, nelle maglie larghe della “Sanità Creativa”, l’attivazione di un servizio emodinamica, fuori dal Piano di Rientro e della Rete Ospedaliera.

– Il presidente della Regione, il consiglio Regionale, il Commissario ad acta hanno richiesto l’invio di ispettori ministeriali affinché verifichino l’operato della terna commissariale sulla vicenda Sant’Anna.

– Il Sant’Anna Hospital ha richiesto mediante 33 PEC incontri con la struttura commissariale, che non si è degnata nemmeno di riscontrare, disattendendo il il confronto istituzionale e non osservando le buone pratiche della civile convivenza.

Il combinato disposto dei fatti concludenti, sopraelencati, sembrano denotare un disegno preordinato, settario e opportunistico, finalizzato a ridimensionare fino alla chiusura il Sant’Anna Hospital, privando la Calabria dell’eccellenza sanitaria e intanto, nelle maglie larghe dell’equivocità, s’insinuano faccendieri e cattive volontà, finalizzate a sottrare questo patrimonio al TERRITORIO per destinarlo a lidi più domestici.

il direttore sanitario
dr S. Capomolla

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